Siria. Morte di una giovane attivista per i diritti umani

ROMA –  Zainab al-Hosni aveva solo 18 anni. Siriana, attivista per i diritti umani, è stata arrestata dalle autorità per indurre il fratello, Mohammad Deeb al-Hosni, a consegnarsi di propria volontà alle milizie di Bashar Al-Assad. Dopo averla imprigionata, le autorità hanno proposto uno scambio tra fratelli.

Nonostante Mohammad si sia immediatamente consegnato e sia stato messo in prigione, i miliziani non rispettavano l’accordo. La giovane, in carcere, è stata torturata, spellata viva, amputata delle braccia e decapitata. Il fratello Mohammad è stato tenuto in carcere per tre giorni e il 13 settembre 2011 è stato ritrovato senza vita, ucciso dalle torture e sevizie cui i poliziotti del regime l’avevano sottoposto. La madre dei due ragazzi non ha potuto ottenere le loro spoglie martoriate. Le autorità l’hanno cpstretta a firmare una dichiarazione in cui era riportata quale causa della morte dei giovani un’aggressione da parte di banditi. Siamo venuti solo oggi a conoscenza del martirio di Zainab e Mohammad, entrambi impegnati da tempo nella difesa nonviolenta dei diritti umani.

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