Rom. Ong chiedono al sindaco di Torino Fassino una casa per le famiglie colpite dal “pogrom”

TORINO –  Le organizzazioni per i diritti umani Gruppo EveryOne e Nazione Rom hanno denunciato presso il Parlamento e il Consiglio dell’Unione europea l’azione violenta perpetrata sabato scorso da un corteo di intolleranti contro il campo Rom di zona Cascina Continassa, a Torino.

La squadra, armata di spranghe e bastoni, ha sfasciato e quindi dato alle fiamme baracche, tende, auto e roulotte. La maggior parte delle famiglie ha perduto durante l’aggressione, che ricorda i pogrom del passato, tutti i propri averi, nonché l’unico riparo contro le intemperie e l’ostilità di parte della popolazione. “L’europarlamentare Surján László ci ha risposto e riferirà il drammatico avvenimento all’assemblea dell’Ue,” dicono i co-presidenti di EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario Picciau e il rappresentante di Nazione Rom Marcello Zuinisi. “Da parte nostra, sottolineiamo come l’episodio sia gravissimo e come sarebbe sbagliato minimizzarne la portata. Le autorità hanno identificato solo alcuni dei violenti, denunciandoli per ‘danneggiamento’, mentre è importante estendere le indagini a tutti i responsabili e avviare procedimenti contro di loro evidenziando le motivazioni razziali del raid. Chiediamo giustizia per queste famiglie ancora sotto choc e ridotte sul lastrico”. Il Gruppo EveryOne e Nazione Rom hanno inoltre inviato un appello urgente al sindaco di Torino Piero Fassino: “Nonostante le raccomandazioni e i fondi stanziati dall’Ue, in Italia non si stanno conducendo politiche efficaci di integrazione, ma questo grave episodio deve indurre Lei e tutte le autorità di Torino a riflettere più di chiunque altro sulla condizione in cui vivono le famiglie Rom, circondate da intolleranza, odio e violenza. Le chiediamo di vincere qualsiasi indugio e di mostrare un volto nuovo e solidale della città di Torino, prodigandosi secondo le sue funzioni affinché le povere famiglie colpite dal pogrom ricevano un alloggio di edilizia sociale, per uscire da uno stato di abbandono istituzionale e sentirsi parte di una città che non ha dimenticato i valori dell’accoglienza, dell’uguaglianza e – in questo frangente più che mai – della solidarietà”.

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe