Capodanno di morte e abusi nelle carceri Italiane. EveryOne lancia un S.O.S. all’Onu e all’Ue

MILANO –  Capodanno: mentre l’Italia è in festa, in carcere si muore. Un romeno di 37 anni, A.C., si è impiccato la notte scorsa nel carcere delle Vallette  di Torino. Era un giocatore della Drola, squadra di serie C composta solo da detenuti. Un altro morto nel penitenziario di Trani e due detenuti hanno tentato di togliersi la vita a Vigevano e Vasto.

Le carceri in Italia sono luoghi di sofferenza e violazione di ogni diritto umano. Sovraffollamento, abbandono, trattamenti inumani e degradanti, violenze e stupri trasformano la vita dei detenuti in un inferno. E mentre i magistrati continuano a spedire migliaia di “miserabili”, di stranieri poveri e di Rom in quei gironi infernali, le istituzioni non fanno niente per rendere umane e accettabili le condizioni di vita nelle prigioni. Depressione, tentati suicidi, epidemie di malattie gravi o incurabili, persecuzioni, stupri e violenze trasformano la condanna alla detenzione in una condanna a morte o quantomeno a un lager moderno dal quale i detenuti escono riportando danni fisici e psichici irreparabili. Il Gruppo EveryOne chiede all’Alto Commissario Onu per i Diritti Umani, al Parlamento, alla Commissione e al Consiglio dell’Unione europea di attuare ogni misura politica e giuridica per evitare il prosieguo di una situazione che non ha uguali nel mondo e rappresenta una delle più tragiche violazione dei diritti della persona.

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