Un periodo strano, per i diritti umani

MILANO –  E’ un periodo strano. I nuovi ministri rilasciano alla stampa dichiarazioni piene di civiltà, umanità e tolleranza. Le associazioni rispondono, sempre a mezzo stampa, sperticandosi in lodi verso di loro e offrendo suggerimenti per cancellare pregiudizi, razzismo, omofobia. Sembra un’Italia della fratellanza universale.

In realtà, però, niente sta cambiando nei luoghi dove si consuma il calvario dei migranti, dei Rom. Niente cambia per i gay, che si nascondono e vengono aggrediti se si tengono pubblicamente per mano. Quando si rivolgono alle associazioni (se i telefoni rispondono, cosa improbabile), ecco che sentono voci fredde, distaccate, quasi seccate dall’altra parte. Oh no, le associazioni hanno mire politiche, hanno progetti con le Nazioni Unite, l’Unione europea, il Governo, la Regione, la Provincia, il Comune! Che cosa importa loro del singolo essere umano in difficoltà? Difendere i diritti umani, però, vuol dire proprio questo: farsi carico di esistenze escluse, derelitte e vessate. Lottare contro l’impossibile per trovare un medico, un legale, un rifugio temporaneo. Fare una colletta e investire i propri risparmi per evitare un dramma a un famiglia. Rischiare intimidazioni, denunce  o peggio per denunciare gli abusi, quando provengono dai potenti o dalle istituzioni. Sono pochi, però, coloro che scelgono di impegnarsi davvero per i diritti umani. Pochi, pochissimi, in un periodo strano…

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