SEUL – “Nel mio paese in questo momento ho qualche difficoltà”. E’ questa la battuta pronunciata in inglese dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al primo ministro vietnamita Nguyen Tan Dung, durante l’incontro bilaterale che si è tenuto al G20 di Seul.
E chi l’avrebbe detto che il premier dopo averci abituato per tanto tempo ad ascoltare barzellette e frasi che sprigionavano un esagerato ottimismo, si sbilanciasse così. E proprio a un Summit dove sono sintonizzati tutti i riflettori mediatici del pianeta. Insomma un mistero. Sarà mica che Berlusconi abbia preso finalmente coscienza di cosa sta succedendo nel paese in cui vive? Oppure si tratta anche in questo caso di una nuova tattica politica?
Nel frattempo i grandi della terra iniziano a discutere sulle questioni planetarie, in primis quella sul tasso di cambio dello yuan. Barack Obama punta a favorire una crescita responsabile e stabile della economia Usa il presidente della Ue, Herman Van Rompuy scongiura la guerra delle monete, il primo ministro britannico, David Cameron auspica che si facciano passi avanti sul fronte dei negoziati di Doha per un accordo sul commercio mondiale, la cancelliera tedesca Angela Merkel si aspetta che il Summit invii un segnale realmente positivo per una crescita globale mentre il presidente cinese Hu Jintao si dice pronto a lavorare con gli Stati Uniti per aumentare il dialogo, gli scambi e la cooperazione in modo da far progredire i rapporti tra i due paesi su un tracciato positivo. E tutti insieme si apprestano a prender parte alla cena inaugurale prevista per questa sera, dove addirittura sono già stati segnalati i posti dove siederanno i “big”, al banchetto dove saranno serviti tutti cibi locali. Berlusconi, secondo quanto rivelato dalla stampa locale, siederà tra il presidente sudafricano, Jacob Zuma e quello del Malawi, Bingu wa Mutharika. C’è solo da sperare che il premier non si metta a raccontare la barzelletta del “bunga bunga”.