Denis Verdini su Napolitano: “Me ne frego!”

ROMA – Duro attacco del coordinatore del Pdl al Capo dello Stato Giorgio Napolitano, che aveva ribadito l’esigenza di rispettare le prerogative del Quirinale in una supposta crisi di governo. «Tutti danno i numeri e i numeri si vedranno il 14 dicembre. I nostri numeri ci danno l’autosufficienza».

Lo ha detto il coordinatore del Pdl Denis Verdini parlando della mozione di sfiducia al Governo a margine della prima assemblea degli amministratori del Pdl in Toscana, in corso a Prato. «Il problema è politico, non numerico – ha aggiunto Verdini -. La crisi politica esiste perchè abbiamo subito una scissione. C’è un appello del presidente del Consiglio alla responsabilità. Si formano zone di responsabilità, vediamo il 14 dicembre». «Noi sappiamo che in caso di caduta del Governo il Capo dello Stato ha le sue prerogative. Lo sappiamo benissimo che funziona così – ha spiegato Verdini – Ciò che non sappiamo e non vogliamo capire, e che non ci piace per niente, è che il Capo dello Stato, nelle sue prerogative, possa pensare che per risolvere i problemi di questo Paese si mandi a casa chi ha vinto le elezioni, Berlusconi e Bossi, e si mandi al governo chi le ha perse, Casini e Bersani. E su questo si innesca una polemica perchè noi andiamo a toccare le prerogative del capo dello Stato. Noi sappiamo che le ha ma ce ne freghiamo, cioè politicamente riteniamo che non possa accadere questo. Anche i partiti hanno le loro prerogative». «Ricordate che dal 1994 – ha concluso Verdini – da quando c’è questo sistema, nessun Capo dello Stato si è mai sognato di affidare il Governo a qualcuno di diverso da chi aveva vinto le elezioni, fosse questi Prodi o Berlusconi. L’incarico lo ha dato a chi le elezioni le ha vinte. Voglio vedere: come fa se cade il Governo a dare l’incarico a chi le elezioni le ha perse?».

Le reazioni

«Le paole di Denis Verdini non sono eversive o pericolose, sono squallide. Sono il segno dell’arroganza di una classe politica indegna che ha fatto il suo tempo. Stupisce piuttosto che in quest’Italia una persona cosi ricopra incarichi politici importanti, in democrazie più mature sarebbe in ben altri luoghi. Al posto di minacciare Napolitano con un linguaggio fascista, racconti ai magistrati tutto quello che sa sulle cricche che hanno predato il Paese in questi anni. Si vergogni e faccia ammenda, si scusi con il Quirinale e con il Parlamento», ha dichiarato Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera dei deputati.

Anche Italo Bocchino (Fli) ritiene che «La dichiarazione di Verdini conferma l’assoluto disprezzo del Pdl per ogni regola, ed è ancor più grave perchè è relativa alle prerogative che la Costituzione attribuisce al Capo dello Stato».

«Il Pdl – afferma Enrico Letta vicesegretario del Pd – smentisca senza se e senza ma le parole di Verdini, che costituiscono una grave rottura dell’equilibrio istituzionale in un momento così delicato, e tenga presente che la situazione è ancora nei binari istituzionali solo grazie all’azione del presidente Napolitano. E che questa azione, sempre svolta nell’interesse del Paese, sarà determinante per la gestione della crisi che la testardaggine di Berlusconi renderà inevitabile dopo il 14 dicembre».

«Le parole di Verdini sono un’aggressione al Capo dello Stato, alle sue prerogative e alla Costituzione, tipico di un certo estremismo berlusconiano. Se pensano di estendere il metodo Boffo anche al Presidente della Repubblica, l’Italia reagirà. Berlusconi chieda scusa a nome del suo partito». È quanto dichiara il deputato Carmelo Briguglio, capo della segreteria politica di Fli.

«In un momento così delicato della vita politica del Paese, è assurdo che esponenti politici perdano il senso delle istituzioni dimenticando il ruolo fondamentale rappresentato dal Capo dello Stato, il quale non può essere esposto a offese gratuite, nè condizionato da interessi di parte». È quanto dichiara Silvano Moffa (Fli) replicando alle affermazioni di Denis Verdini.

«Il me ne frego verdiniano nei confronti del Capo dello Stato è inaccettabile e dimostra la volgarità di un personaggio che tutta Italia sa che non ha proprio nulla da insegnare». Così Roberto Menia (Fli) in una nota.

«Il ‘me ne frego’ di Verdini è l’ennesimo segnale di una deriva che va fermata. Una deriva arrogante e strafottente, che non ha il minimo rispetto dei pesi e contrappesi che sono alla base del nostro sistema politico e istituzionale». Va giù duro l’editoriale di Domenico Naso, pubblicato da Ffwebmagazine.it (www.ffwebmagazine.it), periodico online della Fondazione Farefuturo, a commento delle ultime esternazioni del coordinatore nazionale del Pdl. «È una frase di una gravità inaudita, – continua Naso – soprattutto considerando che nella nostra storia nazionale c’è già stato qualcuno che se n’è fregato delle regole democratiche, che ha ignorato le prerogative degli organi garanti del vivere civile». Le frasi di Denis Verdini sulle prerogative del Quirinale, per Naso «rappresentano un punto di non ritorno».«Siamo al bivio decisivo della democrazia italiana. – scrive l’editorialista di Farefuturo – Da un lato c’è la strada tortuosa, difficile ma democratica delle norme e delle regole; dall’altra quella dritta e lastricata di demagogia e populismo della deriva autoritaria e strafottente nei confronti della nostra Carta fondamentale». «Ora tocca solo scegliere. E la scelta, per chi ha a cuore le sorti del nostro paese, pare sempre più obbligata. In caso contrario – conclude – dovremo fare i conti con l’arroganza di un impero in disfacimento, con i pericolosissimi colpi di coda di un sistema di potere alla frutta che mostra ormai tutte le sue degenerazioni. Non è più tempo di ‘me ne fregò e di scorciatoie populiste. È tempo che torni a parlare la politica. Quella vera. Finalmente».

«Le parole di Verdini sono vergognose e di una gravità inaudita. La smentita è peggio delle affermazioni precedenti. La squadra di Berlusconi sta perdendo la testa. L’Italia deve uscire al più presto da questa situazione». Lo afferma il segretario del Pd Pierluigi Bersani nel commentare le parole del coordinatore del Pdl sul Quirinale.

«Il menefreghismo purtroppo appartiene già tristemente alla storia d’Italia. Questo rende ancora più volgare e intollerabile la frase di Verdini. E la sua rettifica aggrava, perchè conferma, l’attacco alle prerogative ricordate in modo ineccepibile dal capo dello stato», afferma Dario Franceschini capogruppo Pd alla Camera. «Hanno capito – aggiunge – che la sfiducia è inesorabile e iniziano ad attaccate a testa bassa. Ma la democrazia italiana è più forte della loro arroganza».

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