Racconto quarto
Maria Antonietta sbadigliò cercando di aprire un occhio gonfio di sonno, il sole riflesso nella specchiera l’accecò per un attimo.
La redazione di Dazebao L'Informazione Online ringrazia tutti i partecipanti al Primo Concorso letterario “#ManifestAmi. Racconti di cuore e di protesta”.
Rientrato da Compiégne, la residenza vicino alla foresta dove aveva trascorso un appassionante periodo di caccia e in solitudine si era riletto Robinson Crosue, stanco del viaggio Luigi Augusto si buttò a dormire dopo avere esagerato con la cena: montagne di creme Chantilly sopra la frutta con ghiaccio tritato! Mangiare per lui una droga. Al buio, nella stanza col letto dal baldacchino contornato di tende doppie, lo stomaco pesante come un macigno, stentò a prendere sonno: ripensava, come accadeva spesso, a suo padre e a sua madre entrambi morti prima delle nozze con Maria Antonietta.
Luigi XV, detto il Beneamato, non si era mai posto il problema di cosa fosse nella sua essenza la regalità, viveva nella certezza che il sovrano fosse un essere superiore e del tutto diverso dai comuni mortali, come i suoi precettori gli avevano inculcato.
Maria Teresa d’Austria nel 1736 andò in sposa al principe Francesco di Lorena, uno degli uomini più belli del suo tempo, ed ebbe la fortuna, rarissima tra le giovani del suo rango, di legarsi a qualcuno che le piaceva davvero.
Sono in cinque, in tuta grigia e blu, allineati come sardine in scatola, sul cornicione del terzo piano e tra questi c’era Mino, mio fratello. La sua figura si staglia nitida contro le mattonelle color biscotto dell’edificio, mentre gli altri sembrano piccole ombre senza contorni.
Dal pensiero all'azione il passo è breve. Tolta la veste da giovane militante piddino ho seguito Tonino ed eccoci all'aeroporto di San Pietroburgo a fare l'autostop.
“Abbiamo vinto, Marzia!
Mi puoi sentire? Ho qui la sentenza, francamente ci capisco poco, dovresti leggerla, è scritta con il solito linguaggio giuridico, buono solo a confondere la povera gente. Ma forse tu saresti in grado di capirci qualcosa. Posso leggerti alcune righe, se ti va...
ROMA – “Le cose della vita arrivano e se ne vanno perché quello che cambia è solo il nostro punto di vista”, è il concetto che sintetizza “Racconti dal faro”, lo spettacolo che ha debuttato al teatro de' Servi di Roma, con i testi di Catherine Spaak e Fabio Silei, le musiche di Stefano Graziani e Massimo Zemolin, frutto di sensibilità differenti e di partecipata condivisione, intrecciati all'unisono in un raffinato intrattenimento che è insieme racconto, riflessione, immagine e melodia.
I geroglifici degli antichi Egizi, i bassorilievi sulle colonne romane, gli epigrammi di Marziale, le commedie in un atto di Achille Campanile, gli aforismi di Leo Longanesi.
Siamo di fronte a una bolla speculativa destinata a scoppiare? Oppure, come sostiene Beeple, la cui opera digitale è stata venduta per 70 milioni di dollari da Christie’s a New...