Le tecniche scientifiche sviluppate nella lotta in corso contro l'AIDS hanno aiutato gli scienziati a combattere il nuovo coronavirus
Un team di ricercatori dell’Istituto nazionale di ottica (Ino) del Cnr in collaborazione con l’Istituto di fisiologia clinica e l’Azienda ospedaliera pisana ha dimostrato in laboratorio la possibilità di somministrare radiazioni ionizzanti in profondità e in tempi brevissimi, condizione necessaria per una futura terapia antitumorale. Lo studio è pubblicato su Scientific Reports
Ricercatori dell’Istituto dei sistemi complessi del Cnr e della Universidad Carlos III di Madrid hanno dimostrato come reti caratterizzate da una dinamica caotica possano essere indirizzate a raggiungere un comportamento, purché compatibile con la dinamica spontanea del sistema. Il lavoro è pubblicato su Scientific Reports
Ricercatori dell’Istituto per la microelettronica e i microsistemi (Imm) del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma, in collaborazione con colleghi della statunitense Johns Hopkins University, hanno realizzato un biosensore in grado di identificare un nuovo indicatore glicemico per la rilevazione della patologia, fornendo così un metodo di rilevazione precoce e alternativo rispetto ai sistemi tradizionali.
Il progetto avviato da UNITUS, Università degli Studi della Tuscia di Viterbo e dal Centro Polispecialistico, ha come obiettivo di valutare la presenza di anticorpi contro SARS-COV-2 e la relativa memoria immunologica delle cellule che li producono
Uno studio condotto dall' Istituto di biologia e patologia molecolari del Cnr e dall' Istituto europeo di oncologia approfondisce il coinvolgimento nel processo di iperproliferazione e disorganizzazione cellulare di due proteine presenti a livelli elevati nei tumori, la chinasi Aurora-A e il suo attivatore TPX2. Lo studio è pubblicato sulla rivista Current Biology
Tutto sulle stelle della Via Lattea: pubblicato il catalogo aggiornato della Early Data Release 3 (EDR3) della missione Gaia dell'Agenzia spaziale europea (Esa).
Mantenere il giusto grado di umidità e un adeguato ricambio d’aria evita la propagazione del virus negli ambienti al chiuso, specialmente dove il rischio è più alto, come ospedali e studi medici. Lo conferma uno studio internazionale condotto, tra gli altri, da ricercatori Cnr-Isac e pubblicato sull’International Journal of Environmental Research and Public Health
Intervista a Veronica Ojetti, gastroenterologa e professore del Dipartimento di Scienze dell’emergenza, anestesiologiche e della rianimazione della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e ricercatore di Medicina Interna all’Università Cattolica, campus di Roma