Letteratura. Un’insospettabile realtà. Nove racconti di Nahid Tabatabai

ROMA – La veste strappata, raccolta di nove racconti di Nahid Tabatabai (Il leone verde 2003, p. 123 euro 12), rimanda, fin dal titolo, ad una verità intravista  attraverso un minuscolo strappo di un momento.

Una verità spesso ignorata dagli stessi protagonisti.  Quello dell’autrice è uno sguardo criticamente ironico  che delinea un mondo ricco di diverse tipologie umane. Un  funerale, la gelosia in una monotona vita di coppia, una madre misteriosa e idealizzata rimpianta di fronte alla smemoratezza di un padre ormai privo di ricordi, una nipote che assiste la nonna perduta in un sogno di colombi, un vecchio e un giovane uniti nella morte dalla passione per le giostre, una bici come sogno ed evasione lungo tutta la vita di un dottore. Al centro della raccolta, tre grandi frammenti di un’unica storia, in cui la stessa sequenza di eventi è colta da tre punti di vista, tutti femminili. Tre donne sono coinvolte in una vicenda d’amore e di dolore: malinconica definizione, attraverso un’esperienza-limite, di una società dominata dal potere maschile, in cui l’amore tradito può tuttavia aprire spazi di speranza nell’uscita dall’inganno, nel riconoscimento della realtà.L’irreale si mescola al reale, il vero al falso in un’umanità senza filtri e finzioni.
Nahib Tabatai, nata a Tehran nel 1958, diplomata in Drammaturgia, fa parte della straordinaria schiera di scrittrici che testimoniano l’alta qualità della presenza femminile nella cultura iraniana. Ha pubblicato La signora e la sua gioventù (1992), La presnza azzurra di Minà (1993).

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