Letteratura. Un mosaico di identità

ROMA – In La mia casa è dove sono (Rizzoli 2010, pag. 161, euro 16.50),  Igiaba Scego racconta le sue appartenenze.

Appartenenze a  due paesi lontani ma uniti da una triste memoria coloniale: l’Italia e la Somalia. Igiaba, figlia di un ex-ministro somalo, è nata  e cresciuta a Roma e rivive con dolore la distruzione di Mogadiscio sotto le bombe della guerra. Una guerra della quale lei, adolescente, non si è accorta,  impegnata com’era ad innamorarsi del ragazzo sbagliato, come solo a sedici anni si può fare. Rivive la sua condizione di cittadina italiana, che ama un paese che ha colonizzato violentemente  la sua Somalia  e ne ricorda , attraverso le storie familiari, l’efferata crudeltà. Igiaba è una vestale  della memoria,  tra le sue pagine riecheggiano le antiche filastrocche somale – storia oh storia di seta-  le vie di Mogadiscio  e la caotica realtà romana. Roma e Mogadiscio si incontrano in questo meraviglioso racconto autobiografico e la bambina Igiaba incontra la Somalia nella piazza di Santa Maria sopra Minerva, dove l’elefante del Bernini richiama la sua Africa. La scrittrice narra la sua storia che non è stata facile, il lusso  dei primi anni della sua vita in Italia ha lasciato, per lungo tempo, spazio alla mensa caritas. Ad una condizione di emarginazione sociale si contrappone il dono della parola, che la fa regina di storie e ammaliatrice di increduli compagni di classe. E’ stata la scrittura a salvarla, a ricomporre il mosaico di identità di una immigrata di seconda generazione che non dimentica le sue radici ma al tempo stesso le vuole rinnovare.

Igiaba Scego è nata a Roma, da una famiglia di origini somale. Collabora con «Repubblica», «Il Manifesto» e «L’Unità» e con riviste che si occupano di migrazione e di culture e letterature africane tra cui «Latinoamerica», «Carta», «El Ghibli», «Migra», «Nigrizia».
Nel 2003 ha vinto il premio Eks&Tra di scrittori migranti con il suo racconto Salsiccia e ha pubblicato il suo primo romanzo, La nomade che amava Alfred Hitchcock.

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