ROMA – Vincenzo Rabito, dopo una vita da analfabeta, ha inventato una lingua e lasciato un’autobiografia di oltre mille pagine. Le sue memorie sono state premiate nel 2000 a Pieve Santo Stefano nel concorso diaristico nazionale. Giulio Einaudi Editore le ha pubblicate con il titolo TERRA MATTA facendone uno straordinario caso editoriale.
SINOSSI
Una sinfonia di paesaggi di oggi e di ieri, filmati d’archivio e musiche elettroniche, terre vicine e lontane. Una lingua inventata, né italiano né dialetto, musicale ed espressiva come quella di un cantastorie. Nato nel 1899, l’analfabeta siciliano Vincenzo Rabito racconta il Novecento attraverso migliaia di fitte pagine dattiloscritte raccolte in quaderni legati con la corda. Dall’estrema povertà al boom economico, è un secolo di guerre e disgrazie, ma anche di riscatto e lavoro. Il punto di vista inedito è quello di un ultimo che, scrivendo la propria autobiografia, rilegge la storia d’Italia in una narrazione appassionata e travolgente che emoziona e commuove, obbligando a fare i conti con verità contraddittorie e scomode.
Regia Costanza Quatriglio
Soggetto e sceneggiatura Chiara Ottaviano e Costanza Quatriglio
Montaggio Letizia Caudullo
Fotografia Sabrina Varani
Musiche originali Paolo Buonvino
Fonico di presa diretta Antonio Dolce
Montaggio del suono Vito Martinelli
Mix Andrea Malavasi
Voce fuori campo Roberto Nobile
Con la partecipazione di Turi, Tano e Giovanni Rabito
Una coproduzione Cliomedia Officina e Cinecittà Luce
In collaborazione con Film Commission Regione Sicilia
Produttore associato Stefilm