Venezia 69. Daniele Vicari e gli stagisti di Cinemavvenire

VENEZIA (nostro corrispondente) – L’associazione Cinemavvenire, che ogni anno porta alla mostra di Venezia studenti della settima arte e appassionati,  ha realizzato un incontro tra i suoi stagisti e Daniele Vicari, il noto regista di “Diaz”, astro nascente del nostro cinema.

Informale e anti-divo, Daniele Vicari – che gli studenti definiscono persona molto alla mano – nella sala dell’Ente dello Spettacolo, all’Excelsior, ha catturato l’attenzione di un folto gruppo di giovani che lo hanno interrogato sul suo film “La nave dolce”, sul suo fare cinema e, più in generale, sulle prospettive  di questo lavoro.

Vicari, sull’ultima sua opera in tema di emigrazione “La nave dolce”, ha affermato che “emigranti siamo tutti”, dal momento che – confermato dai dati Istat – ogni anno dal nostro paese se ne vanno all’incirca 250.000 italiani:  “la convinzione di poter sfuggire alla realtà dell’emigrante è una illusione”, ha aggiunto. Il regista ha spiegato di aver usato per “La nave dolce” testimonianze dirette, che costituiscono l’ossatura del racconto, precisando che la differenza tra lavorare con attori o personaggi che hanno “vissuto”  l’esperienza, per un regista è sostanzialmente “morale”.  “Nel caso del testimone” – ha chiarito Vicari – “deve stabilirsi una intesa reciproca ed è il testimone ad indicarmi fin dove posso arrivare, a un attore teoricamente potrei chiedere tutto”.

Di famiglia operaria,  affermatosi con le proprie forze, Daniele Vicari, a uno studente di Cinemavvenire che gli chiedeva cosa consiglia a chi segue la sua strada, ha indicato la creazione di gruppi di lavoro per la condivisione delle esperienze, perché “danno luogo a situazioni straordinarie”. Vicari ha aggiunto di aver fondato una scuola di cinema, la “Gian Maria Volonté”, pubblica e dunque non a pagamento,  dal momento che in questo tipo di continuità il regista nutre fiducia. 

“La nave dolce” sarà sugli schermi il 9 novembre.

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