The Doors: “Live at the Bowl”. Il 27 febbraio il mitico concerto in 300 sale cinematografiche italiane

Fu un concerto mitico quello dei Doors del 5 luglio del 1968 all’Hollywood Bowl di Los Angeles. Il gruppo era all’apice del successo e sul palco Jim Morrison riusciva ad incantare il suo pubblico.

Il video della storica esibizione è stato di recente restaurato, rimasterizzato, arricchito di scene inedite e contenuti extra e verrà proiettato nella sua versione integrale in 300 sale italiane per un solo giorno: il 27 febbraio.

Sarà l’occasione per rivedere il gruppo on stage, perché è li che la band è riuscita a dare il meglio di sé. Era proprio sul palco che Jim Morrison subiva una metamorfosi totale, assumendo di volta in volta il ruolo di sciamano, stregone, mago. Jim emetteva strani suoni, urlava, strillava come se provasse dolore, quasi a voler creare uno choc nel suo pubblico, i suoi gesti erano spasmodici quasi a mimare una danza rituale. 

Così Morrison ammaliava il  pubblico, che non assisteva ad un semplice concerto ma quasi ad una cerimonia. Un concerto rock trasformato in un rituale. Il messaggio era: liberati e vai oltre in qualsiasi modo ti sia possibile. 

I concerti dei Doors non erano programmati né strutturati, del tutto imprevedibili perché Jim era imprevedibile e riusciva sempre a tessere spontaneamente le trame di una performance  che univa happening, cerimonia sacra e teatro  del tutto unico e personale. Usava intelletto e intuito per creare qualcosa di completamente nuovo e inedito. 

Un concerto dei Doors era molto più che un semplice intrattenimento di massa, era quasi “un’allucinazione” di massa, un’avventura inafferrabile. Non si poteva mai sapere cosa sarebbe successo un attimo dopo.

Il concerto del 5 luglio del ’68 offre proprio questo, perché è proprio nel ’68 che Jim è al massimo delle sue forze, del suo carisma e delle sue facoltà. Cantava, ballava, ondeggiava, barcollava, recitava poesie donandosi generosamente al suo pubblico. 

Nel ’68 sono già usciti i primi tre splendidi album: The Doors, Strange Days e Waiting for the sun, dove la tastiera elettronica di Ray Manzarek, surreale e ossessiva, la chitarra lirica e calda di Robbie Krieger, i ritmi martellanti e primitivi di John Desmore, fondendosi con la poesia folle e allucinata di Morrison, creano un sound unico ed irripetibile. E sul palco ogni canzone diventa qualcos’altro, qualcosa di più di una semplice canzone. Morrison cantata “When the music is over” ma la music dei Doors in realtà non finisce mai.

Trailer 

The End

 

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