Venezia 70. Coda lunghissima per Gravity

VENEZIA (nostro inviato)  – Aperta ufficialmente la 70esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Arriva lo scapolo più ambito d’Italia e forse d’America, smagrito, elegante. Al di là delle transenne che costeggiano il red carpet, un delirio di ragazzine gli urla I love you.

George Clooney firma autografi prima di sparire inghiottito dal palazzo del cinema, dove si tiene la cerimonia di inaugurazione.  Tra breve lui e Sandra Bullock appariranno sul grande schermo in Gravity, un film di fantascienza di Alfonso Cuaron, fuori concorso.   Sul red carpit Eva Riccobono, modella approdata al cinema, madrina di Venezia 2013. Paolo Baratta, presidente della Biennale, fa gli onori all’ingresso, come si conviene ad ogni padrone di casa. Tra i presenti anche Luigi Abete, Francesco Rutelli e Barbara Palombelli.

 
Poco distante, al Palabiennale, alle 20 si proietta lo stesso film per quel pubblico pagante, che non può permettersi le cifre della Sala Grande.  La coda corre tutt’intorno il giardino ed è chilometrica. Ressa di paninari attorno ai chioschetti. Ristoranti gremiti malgrado la crisi. La festa è cominciata. La pioggia non batte più il Lido e un venticello gentile serpeggia per le stradine lagunari. Il fascino della mostra è anche questo: brezza salmastra, in una cornice irripetibile. Davanti al Palazzo del Casinò grandi schermi illuminati  dai quali i divi raccontano le loro esperienze. Il cinema è magia. Chi lo frequenta ne subisce il fascino e a starne lontano ne sente la privazione, qualcosa di molto simile al mal d’Africa, una sorta di passione nostalgica che spinge a ritrovarsi in un rito che qui è unico.

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