Viareggio-Rèpaci. Ha 84 anni, la “rinascita” del prestigio e dell’immagine

Intervista a Glauco Dal Pino, assessore alla Cultura del Comune di Viareggio

VIAREGGIO – Domani, sabato per chi legge, il Premio Viareggio fondato 84 anni fa, torna in uno dei luoghi che più sono confacenti ad una grande manifestazione culturale, il Palazzo dei Congressi  di Viareggio che ha consacrato tanti scrittori nel  recente passato. Presto avrà una  sede nei locali del Comune e riprenderà il suo cammino spesso segnato da momenti difficili, polemiche, da tentativi di minarne l’autonomia, l’indipendenza nelle sue scelte. Alla serata della premiazione, aperta al pubblico, si presenteranno gli scrittori che già sono stati nominati vincenti, una terna decisa dalla giuria che ha svolto un complesso lavoro rispettivamente per la narrativa, la poesia e la saggistica. Dalle terne uscirà il “super vincitore”.  A soli due mesi dall’insediamento della nuova Amministrazione,torna il centrosinistra , si sono dovuti affrontare in tutta urgenza problemi di non poco conto, i trovandoci a condividere- ci dice l’assessore alla Cultura,Glauco Dal Pino,uno degli appuntamenti più importanti per Viareggio: il suo premio letterario giunto alla 84esima edizione.

Un Premio sottratto alle celebrazioni modaiole

“Il Premio Viareggio-Repaci prosegue- pur avendo vissuto negli ultimi anni momenti difficili, resta uno, se non il primo, tra gli appuntamenti letterari nazionali e non solo per la sua vetustità, secondo per pochi mesi al Bagutta, ma per le caratteristiche che da sempre lo hanno contraddistinto, sottraendolo, anche a prezzo di contestazioni, alle celebrazioni “modaiole” e di tendenza che talvolta hanno condizionato altre manifestazioni.” Lo interrompiamo. Non è la prima volta che il premio si è trovato ad affrontare momenti di difficoltà, per non parlare di quello estremo quando Rapaci abbandonò per non sottostare agli ordini dei gerarchi fascisti. Ogni volta il premio , pur nei necessari aggiustamenti, ha saputo recuperare i suoi valori fondanti. Ed ora?
Pur in uno scenario economico non particolarmente roseo, questa Amministrazione, ed io in qualità di Assessore alla Cultura-risponde Dal Pino-, ha deciso di operare, in collaborazione con gli organizzatori e la Giuria, alla “rinascita” del prestigio e dell’immagine di questo Premio. Restituirlo alla città nel suo giusto splendore, garantirgli una visibilità ed una presenza costante nella nostra città, promuoverlo in tutte le sedi dove potrà essere apprezzato, sostenerlo anche economicamente per dargli maggiore impatto, sarà un nostro impegno che troverà il primo concreto atto nell’assegnare al Premio una sede stabile presso Palazzo Paolina.” Poi un annuncio importante perché non si tratta solo di una sede fisica , ma lì si racconterà,  la storia del Premio. Vi Vi troverà posto infatti la ricchissima raccolta di opere d’arte che al premio sono state donate in questi decenni, “un patrimonio inestimabile- sottolinea-l’assessore che vogliamo restituire alla città e metterlo a disposizione di quei turisti che non vedono il nostro territorio solo come luogo di svago estivo.” “Siamo agli inizi di un lavoro, un nuovo lavoro, i frutti speriamo si vedano  da sabato, con la cerimonia con la serata  della premiazione.Ciò che ci proponiamo-conclude-richiede un impegno costante ed una grande disponibilità di tutti i soggetti che concorrono a questa manifestazione; ringrazio fin da ora i miei uffici che hanno saputo operare al meglio in condizioni certamente non facili, e, con la Presidente Simona Costa, l’intera giuria il cui entusiasmo e abnegazione hanno consentito di giungere al termine di questa edizione con un livello qualitativo encomiabile.

Paolo Di Stefano. Il Viareggio ha sempre premiato la qualità

 A testimonianza del lavoro svolto per allestire questa edizione mentre Busi ha aprto una polemica astiosa rifiutando il premio arrivano dai finalisti commenti molto significativi. Fra questi quello di Paolo Di Stefano, finalista Premio Viareggio 2013 con il romanzo “Giallo d’Avola” Sellerio editore.

“Il premio Viareggio- scrive- nella percezione comune degli addetti (scrittori in primis) resta il riconoscimento meno mercantile e più qualificato, per la tradizione che vanta e anche per il meccanismo di votazione (solo giuria tecnica di notevole livello). Mai dimenticare che Strega e Campiello non registrano, tra i premiati, nomi come quelli di Calvino, Gadda e Bilenchi… La sensazione comune, ancora oggi, è che il Viareggio, sia pure con alti e bassi fisiologici, ha sempre premiato la qualità. Dunque oggi più che mai richiederebbe un rilancio (di immagine) in nome della qualità letteraria, in una fase in cui altri premi (per non dire di gran parte della critica) tendono a consacrare ciò che è già ampiamente riconosciuto dal mercato.

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