Venezia 70. “Con il fiato sospeso”, denuncia dell’inquinamento all’università di Catania

VENEZIA (nostro inviato) “Con il fiato sospeso” è un film di Costanza Quatriglio, presentato a Venezia fuori concorso.

La regista afferma di essere stata colpita nel 2008 da una notizia in breve, riguardante l’apposizione dei sigilli ai laboratori di chimica della facoltà di Farmacia, dell’università di Catania, a causa del sospetto inquinamento ambientale. Nel 2003 in quel dipartimento era morto di tumore al polmone un dottorando, Emanuele, che aveva denunciato in un diario le condizioni insalubri e non idonee alla ricerca scientifica.

Il film di Costanza Quatriglio, partendo da queste premesse, è la ricostruzione di quanto potrebbe essere accaduto in quella facoltà. La protagonista, Stella, è una bravissima Alba Rohrwacher, che attraverso monologhi espressivi e convincenti, in primo piano, riesce a dare tensione al film. La storia è quella di due ragazze: Stella, la protagonista, che spende tutta se stessa – letteralmente – nella ricerca;  l’amica Anna, che ha lasciato gli studi per suonare in un gruppo indie-punk.

Cappe ispiratrici non funzionanti, mancanza di aperture e aerazione in ambienti contenenti sostanze cancerogene, smaltite negli scarichi dei lavandini o conservate in frigoriferi arrugginiti, trasformano la scena in una cupa discesa agli inferi.

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