Addio a Pete Seeger: un patrimonio della cultura americana

ROMA – Ieri, 27 Gennaio, è scomparso all’età di 94 anni una delle leggende più importanti dell’america, Pete Seeger. E’ deceduto al New York Presbyterian Hospital dopo una breve malattia. Cantante e compositore statunitense di musica folk, ha ispirato più generazioni di musicisti, tra cui anche Bob Dylan e Bruce Springsteen, facendo della sua vita e della sua carriera patrimonio della cultura americana.

Attivista politico, sostenitore dell’area più radicale della sinistra americana, era uno dei massimi autori della canzone di protesta degli anni Cinquanta e Sessanta. Dopo aver conquistato la fama assieme al gruppo The Weavers, fondato nel 1948, le sue canzoni si trasfromano in autentici inni pacifisti, spesso ripresi da altri artisti: a parte “We shall overcome”, la vera colonna sonora delle marce per la pace per tutti gli anni 60, vanno ricordate “Where have all the flowers gone?”, portata al successo nel 1962 dal Kingston Trio, e “Turn turn turn”, che alla fine del 1965 trascina i Byrds ai primi posti delle classifiche. Poi continuò come solista nel corso di una carriera lunga sei decenni. Ecologista, fu anche un paladino inarrestabile di tante battaglie in difesa dell’ambiente. Pete (vero nome Peter) Seeger era nato a New York il 3 maggio del 1919, figlio di artisti (il padre Charles Seeger grande musicologo, e madre Constance Edson violinista), nella seconda metà degli anni Trenta lasciava l’università di Harvard per iniziare a suonare in maniera professionale abbracciando la strada del folk singer, influenzato sopratutto dal pioniere della riscoperta del blues e della musica popolare americana, Alan Lomax. Alla fine degli anni Trenta, incontrava Woody Guthrie, con il quale intraprese un lungo viaggio attraverso l’America e durante il quale si confrontò con l’anima più popolare della musica americana. La costante attività politica e la sua dichiarata fede comunista causarono a Seeger numerosi problemi nell’epoca del maccartismo (periodo in cui era difficile dichiararsi comunista): venne condannato a un anno di prigione, ma trascorse solo pochi giorni in galera, senza peraltro frenare la sua attività. Più tardi venne soprannominato “Stalin’s songbird”, ovvero “L’usignolo di Stalin”. Laciò il partito comunista americano però, dopo il XX Congresso del Pcus durante il quale Kruscev rivelò i crimini dello stalinismo. Ma durante i primi anni della guerra in Vietnam tornò in prima linea, attaccando duramente il presidente Johnson. Fece scalpore il suo passaggio in tv durante il popolare programma “Smothers Brothers Comedy Hour” in cui Seeger cantò “Waist deep in the big muddy” (Giù fino al collo nel grande pantano). La canzone venne tagliata e la trasmissione interrotta. Nel 1993 ricevette un Grammy alla carrriera (altri tre seguiranno nel ’97, nel ’99 e nel 2011), nel 1994 fu il presidente degli Stati Uniti Bill Clinton a consegnargli l’alta onorificenza della “National Medal of Arts” mentre il 1996 fu l’anno dell’ ingresso nella “Rock and Roll Hall of Fame” e dell’album di Bruce Springsteen “We shall overcome: The Seeger sessions”, dedicato e ispirato alla figura e al repertorio di Pete Seeger. Il 19 Gennaio del 2009 al Lincoln Memorial durante le celebrazioni per l’insediamento del Presidente Barack Obama, Pete Seeger insieme a Bruce Springsteen cantarono “This Land is Your Land”. Il 3 maggio dello stesso anno al Madison Square Garden di New York ha avuto luogo un grande concerto di celebrazione del suo novantesimo compleanno, cui parteciparono personaggi famosi come Springsteen, Joan Baze, Roger McGuinn, Dave Matthews, e molti altri musicisti. Pete Seeger ebbe anche l’opportunità di interpretare se’ stesso in uno dei cult-movie della cultura americana, “Alice’s Restaurant” (1969) di Arthur Penn. Pete era definito un “vagabondo”. Per più di mezzo secolo ha girato l’America in lungo e in largo cantando per strada e nei caffè, nelle scuole e nelle prigioni, nelle chiese e negli auditori, durante le riunioni sindacali e le manifestazioni di protesta.Viaggiava in autostop, un’odissea che l’avrebbe messo in contatto con repertori di ballate e di blues che sarebbero stati la base del suo lavoro di musicista e etnomusicologo. Aveva un unico scopo: “A quel punto avevo già capito che la mia missione sarebbe stata quella di far sapere alle generazioni future che erano esistiti artisti come Leadbelly e Woody Guthrie” disse Seeger. Noi lo ricordiamo con una famosa frase di Arlo Guthrie: “Ogni ragazzo che si sia mai seduto attorno ad un falò, con la chitarra in mano, cantando un vecchio brano folk, è in qualche modo debitore nei riguardi di Pete Seeger”. Un’altra grande leggenda della musica che se ne va. 

 

 

 

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