Un anno senza il “Califfo”

Il 30 marzo del 2013 moriva Franco Califano

“E la chiamano estate 

questa estate senza te 

ma non sanno che vivo 

ricordando sempre te. 

Il profumo del mare 

non lo sento, non c’e’ più 

perché non torni qui, vicino a me. 

E le chiamano notti 

queste notti senza te 

ma non sanno che esiste 

chi di notte piange te”

(E la chiamano estate)

Un anno fa la canzone italiana perdeva uno dei suoi protagonisti degli ultimi cinquant’anni. Il 30 marzo del 2013 Franco Califano si spegneva all’età di 75 anni, dopo aver pubblicato 32 album e scritto oltre 1.200 canzoni per Mia Martini, Ornella Vanoni, Mina, Peppino di Capri, Bruno Martino, Edoardo Vianello, Caterina Caselli, Loretta Goggi e per i Ricchi e poveri, solo per citare i nomi più celebri. E’ stato un artista controverso, contraddittorio, amatissimo dal pubblico, spesso criticato da una critica snob e aristocratica. Nel corso della sua straordinaria carriera è stato capace di trionfi e terribili cadute come le due volte che fu arrestato per droga (nel 1970 e nel 1983), vicende da cui poi fu assolto con formula piena. Questi episodi lo hanno comunque segnato nel profondo anche se Franco Califano ha sempre dimostrato una stoica coerenza sia dal punto di vista umano che dal punto di vista artistico. Alcune sue canzoni struggenti, melanconiche e raffinate sembravano apparentemente lontane dalla sua immagine di “macho” duro, brutale e “sciupafemmine”. In realtà Franco Califano rimane un vero e proprio poeta della canzone italiana. Le sua parole hanno raccontato con crudo realismo i temi essenziali della vita di tutti noi: l’amore, la solitudine e la libertà. Nel corso della sua lunga carriera ha venduto oltre venti milioni di copie in Italia.

Franco Califano nasce a Tripoli il 14 settembre del 1938, dove il papà Salvatore (di Pagani), che era in servizio nell’Esercito Italiano, e la mamma Jolanda Ianniello (di Nocera Inferiore) risiedevano da non molti mesi, avendo già una figlia (Liliana). Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale la famiglia rientrò a Pagani dove risiedette alcuni anni. In seguito, a guerra conclusa, la famiglia si trasferì a Roma, dove nacque l’ultimo figlio (Guido) e dove poco tempo dopo il padre Salvatore morì prematuramente. A 19 anni si sposò con Rita Di Tommaso da cui nacque la figlia Silvia, dalla quale avrebbe avuto la nipote Francesca.

Già arrestato nel 1970 per possesso di stupefacenti, caso in cui fu coinvolto anche Walter Chiari (assolto con formula piena), finisce nuovamente in carcere per lo stesso motivo e per porto abusivo di armi nel 1983, questa volta insieme al conduttore televisivo Enzo Tortora (assolto con formula piena e caso emblematico di mala giustizia). Durante quest’ultima esperienza carceraria compose l’album “Impronte digitali”, che si basa soprattutto su esperienze di quel periodo. In entrambi i processi Califano fu assolto “perché il fatto non sussiste”. Califano lo ricordò ripetutamente nei suoi libri e nelle sue interviste. Nel 1989 partecipa al matrimonio dell’amico Diego Armando Maradona, allora giocatore del Napoli, a cui in seguito manderà il suo libro autobiografico in cambio di una maglietta autografata.

Si cimentò come scrittore e saggista con opere come “Ti perdo – Diario di un uomo da strada”, “Il cuore nel sesso”, “Sesso e sentimento e Calisutra – Storie di vita e casi dell’amore raccontati dal maestro”. Del 2008 è, invece, l’autobiografia “Senza manette”, scritta a quattro mani con Pierluigi Diaco. È stato interprete di fotoromanzi e attore cinematografico in “Sciarada alla francese” (1963), “Gardenia, il giustiziere della mala” (1979), “Due strani papà” (1983) con Pippo Franco, “Viola bacia tutti” (1998) e “Questa notte è ancora nostra” (2008).

Nel 2005 è stato insignito della laurea honoris causa in filosofia dall’Università di New York per la canzone Tutto il resto è noia che secondo l’università rappresenta la sintesi dell’uomo latino. Prima di lui la stessa università aveva donato la laurea a Eduardo De Filippo e all’ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga.

Nel 2006 partecipò alla terza edizione del reality “Music Farm”, condotto da Simona Ventura. Nel 2007 e nel 2010 partecipa a due puntate di Ciao Darwin con Paolo Bonolis. Nel 2010, a causa del suo stato precario di salute, dovuto alla rottura di tre vertebre in seguito a una caduta dalle scale, non poté, per un periodo, continuare a fare le serate e, non bastandogli i soldi percepiti dalla Siae come diritti d’autore, invocò la legge Bacchelli per gli artisti che versano in situazione di grave indigenza. Il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, lo incontrò e decise di coinvolgerlo negli eventi della regione. Il 20 febbraio 2012 si è esibito in concerto al Teatro Sistina, per l’occasione pieno in ogni ordine di posti. Il 3 agosto 2012 oltre cinquemila persone hanno assistito a un suo concerto in piazza San Giovanni in Laterano a Roma nell’ambito del San Giovanni Summer Village. Sempre nello stesso anno incide con Simone Cristicchi e il coro dei ragazzi del carcere minorile di Nisida la canzone Sto a cercà lavoro, pubblicata su CD singolo, il cui ricavato viene versato in beneficenza. Ha partecipato come ospite alla seconda puntata della seconda stagione di Tale e Quale Show. Il 14 ottobre è stato ospite, con l’amico Edoardo Vianello, a Domenica In da Lorella Cuccarini, mentre il 9 dicembre ha preso parte alla trasmissione Domenica Live da Barbara D’Urso, in cui ha ripercorso le tappe della sua carriera; in entrambi i casi è apparso in condizioni di salute visibilmente preoccupanti. L’ultima sua intervista, infine, è stata rilasciata l’8 marzo all’emittente televisiva romana T9. Il 18 marzo 2013 Califano si è esibito al Teatro Sistina di Roma; tre giorni dopo ha tenuto il suo ultimo concerto al Club Ueffilo di Gioia del Colle.

 

“Me ‘nnamoro de te se no che vita è 

Lo faccio ‘n po’ pe’ rabbia, un po’ pe’ nun sta solo 

come sta solo ‘n omo nella nebbia 

perché nun po’ parla’ manco cor cielo… 

Me ‘nnamoro de te lo devo fa’ pe’ me 

me serve ‘n’ emozione come me serve er pane 

‘sta vorta ce la vojo mette’ tutta 

me devo ‘nnammora’ vado de fretta… 

Me ‘nnamoro de te se no che vita è 

sei l’urtima rimasta devi esse’ quella giusta 

senza sforzamme già te vojo bene 

spero che duri ‘n po’ de settimane… 

Io qui sto rilassato e chi se move 

fori fa’ pure freddo e come piove…”

(“Me ’nnammoro de te”)

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