Kin (←→) Vecchie e nuove direzioni jazz. Pat Metheny Unity Group

 

ROMA – È uscito a febbraio l’ultimo album di Pat Metheny e della formazione con la quale calca le scene da un paio d’anni a questa parte. Messo da parte, chissà se definitivamente, lo storico Pat Metheny Group del quale facevano parte oltre ad Antonio Sanchez, Lyle Mays e Steve Rodby, Metheny propone una nuova formazione con Ben Wiliams al basso, Chris Potter e lo stesso  Sanchez di cui abbiamo già parlato bene in passato con l’aggiunta del poli-strumentista Giulio Carmassi.

 

Il brano di apertura, che potrei definire rappresentativo dell’intero album, racchiude sia il Metheny degli ultimi anni a partire da The Way Up del 2005, sia il musicista delle diverse esperienze e sonorità che lo hanno visto al lavoro in trio o comunque senza l’ausilio di un pianoforte. Anche in questo lavoro, molti dei brani proposti sono concepiti e orchestrati come piccole suite per quintetto. Gli spazi improvvisativi emergono gradualmente dai temi mai scontati e dove quasi sempre ciò che inizia in un modo finisce in un altro. Un esempio è Rise up, dove l’introduzione affonda le radici negli echi lontani di “New Chataqua”. Il brano che mi ha sorpreso di più è senz’altro “We go on” dove un breve riff di sintetizzatore introduce un sapore tipicamente soul, dove il sax di Potter la fa ovviamente e necessariamente da padrone. Quello che invece mi è piaciuto di più è quello di chiusura KQU, dove emerge tutta la capacità di narrativa musicale di Pat Metheny dello Unity Group.  Gran lavoro, ben scritto, musicalmente ben confezionato e, anche se non stravolgente rispetto ai trascorsi,  nei binari logici di un percorso artistico e musicale.

Saranno in Italia  dal 14 al 22 giugno 2014. A Roma all’Auditorium il 18 giugno.

 

Link utili

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