Venezia 71. Su Leopardi e altri italiani

VENEZIA (nostro inviato) Arriverà un film italiano al Lido che suscita tra la stampa, e non solo, grande curiosità, quello imperniato  sulla figura di Giacomo Leopardi: ‘Il giovane favoloso’ di Mario Martone, con Elio Germano, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis, Valerio Binasco e Isabella Ragonese.  Sarà proiettato la sera del primo settembre e c’è da scommettere che lunghe saranno le file per vedere la proiezione.

E’ raro che, tra i non addetti ai lavori, si crei un clima d’attesa intorno a un film, soprattutto se fatto in casa, ma questa volta accade. «Il giovane favoloso» è  il modo con cui il poeta fu definito da Anna Maria Ortese nel «Pellegrinaggio alla tomba di Leopardi». Martone ha dichiarato alla stampa di avere attinto per la costruzione della biografia agli scritti di Leopardi e al suo epistolario, seguendo il percorso dalla Recanati della biblioteca paterna, fino alla Napoli del colera e del Vesuvio. 

A quella di Martone vanno aggiunte altre due pellicole italiane in concorso: ‘Anime nere’ di Francesco Munzi, coproduzione italo-francese, con Marco Leonardi, Peppino Mazzotta, Fabrizio Ferracane, Anna Ferruzzo e Barbora Bobulova. E  ‘Hungry Hearts’ di Saverio Costanzo con Adam Driver, Alba Rohrwacher e Roberta Maxwell. Il direttore della Mostra, Alberto Barbera,  ha dichiarato recentemente ai giornali che non è escluso possa vincere uno dei nostri film, affermazione non solo di buon auspicio ma fondata sulla convinzione che il livello artistico sia buono.

Gli addetti ai lavori, critici e giornalisti cinematografici, ricordano bene, agli inizi degli anni novanta, come rare fossero le pellicole del belpaese a entusiasmare. Malgrado fossero sostenute da tifoserie campanilistiche, raramente riuscivano a convincere il pubblico pagante. Erano tempi in cui le sovvenzioni  ai films venivano concesse non agli autori più capaci, ma ai più raccomandati. E si vedeva. Cattive abitudini anch’esse in declino, per fortuna, che, per contropartita, han visto aumentare l’ interesse per il prodotto più onesto. Carlo Verdone, unico giurato italiano a Venezia, ha affermato di non voler fare favoritismi nei confronti dei film del belpaese. Atteggiamento al quale, c’è da augurarsi,  tutta la giuria si attenga. 

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