Venezia 71. Birdman, in concorso. Il fascino indiscreto dell’immortalità

VENEZIA (nostro inviato) –  Riggan Thompson è un attore che ha raggiunto il successo internazionale nel ruolo di Birdman, supereroe alato e mascherato.

La celebrità non gli basta, Riggan vuole dimostrare a se stesso di essere anche bravo, perchè in fondo non si stima. Decide   pertanto di lanciarsi in una  iniziativa che lo riscatti, scrivere l’adattamento del racconto di Raymond Carver “ Di cosa parliamo quando parliamo d’amore”, dirigerlo e interpretarlo in un importante teatro di Broadway. Nell’impresa è coinvolta la figlia Sam, appena uscita da un rehab, l’amante Laura, il produttore Jake, un’attrice, un attore di grande talento con il quale Riggan compete. Tema portante l’ego smisurato, il sogno dell’immortalità, l’incapacità di distinguere l’amore degli altri dalla loro approvazione.  Lo scarso amore per se stessi con i propri limiti.

Inarritu racconta l’aspirazione umana alla gloria immortale, la vulnerabilità di ogni artista o presunto tale. Attraverso lo sguardo di Riggan, Inarritu mette in discussione la società contemporanea nella quale si esiste e si è qualcuno se si hanno un numero sufficiente di contatti e di visite in rete, l’illusione che milioni di followers equivalgano ad un reale attestato di stima. La conferma che il successo è sempre relativo, che quello vero non può che nascere al nostro interno.

Birdman (Birdman, or The Unexpected Virtue of Ignorance; USA, 2014) di Alejandro González Iñárritu. Con Emma Stone, Edward Norton, Naomi Watts, Andrea Riseborough, Michael Keaton, Zach Galifianakis, Amy Ryan, Merritt Wever, Natalie Gold, Joel Garland, Clark Middleton, Bill Camp, Anna Hardwick, Dusan Dukic, Carrie Ormond e Kelly Southerland

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