Venezia 71. La vita oscena, concorso Orizzonti, lascia di stucco. Recensione

VENEZIA (nostro inviato) –  Se Renato De Maria, regista de “La vita oscena”  presentato a Venezia nel concorso Orizzonti, aveva convinto qualche anno fa con il difficile ed efficace “Prima linea”, un film sul terrorismo interpretato da Riccardo Scamarcio, delude e lascia di stucco questa sua nuova opera, tratta dall’omonimo libro di Aldo Nove, che lo scrittore afferma di aver maturato in un’intera vita.

 La storia racconta di un ragazzo molto legato ai genitori,  innamorato della poesia. Con  la perdita del padre  e la scomparsa della madre, causata da un tumore, si ritroverà solo e incapace di vivere. Non gli resta che lasciarsi morire. In sella al suo skateboard si abbandona dunque alla dissolutezza: droga ed erotismo senza amore. 

Aspetti positivi del film sono una sempre bella Isabella Ferrari, l’ efficace protagonista, il giovane Clement Metayer, ma l’opera è inconcludente: non comunica la sofferenza e la catarsi che, si presume, avrebbe potuto trasmettere se la confezione non avesse contenuto allegorie ermetiche, irrisolte e pseudointellettuali. Peccato.

La vita oscena

Titolo originale: 

La vita oscena

Nazione: 

Italia

Anno: 

2014

Genere: 

Drammatico

Durata: 

85′

Regia: 

Renato De Maria

 

Cast: 

Isabella Ferrari, Miriam Giovanelli, Clément Métayer, Iaia Forte, Anita Kravos, Roberto De Francesco, Duccio Camerini, Eva Riccobono, Andrea Renzi, Valentina Bellè

Produzione: 

Film Vision, Lebowski, Monochrome, Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC), Intelfilm

Distribuzione: 

 filmup.leonardo.it/distribuzione

Data di uscita: 

Venezia 2014 – Orizzonti
2014 (cinema)

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