Piano per la pelle di Roma: i suoi colori. Videoservizio

ROMA – La proposta del Campidoglio – Come avvenne per il Giubileo del 2000, anche in previsione dell’Anno Santo proclamato da Papa Francesco, i consiglieri dell’assemblea capitolina hanno avanzato una proposta di delibera bipartisan che prevede incentivi e sgravi per chi, entro sei mesi, ristrutturerà le facciate dei palazzi, eliminerà le selve di antenne (sarebbero 1.300.000), compirà opere di bonifica dell’amianto. Un milione di euro è già stato stanziato nel bilancio di previsione del 2015.

Il piano del colore – La riqualificazione dell’immagine cittadina non può che passare da una più profonda consapevolezza della complessità cromatica urbana. Imprescindibili, su questo punto, sono gli studi di Marcella Morlacchi, in particolare Roma, il colore e la città, un testo che sintetizza il piano del colore elaborato dall’architetto per il secondo municipio (all’epoca meno esteso di oggi). In questa pubblicazione la studiosa ripercorre la storia delle tonalità romane e spiega, con argomenti persuasivi, quali siano gli errori più frequenti. Alla base di questi equivoci, e dei conseguenti danni all’orizzonte romano, c’è l’assenza di una cultura del colore urbano, cultura che manca non solo ai comuni cittadini, ma anche a molti tecnici.

Gli errori più diffusi – Un aspetto sorprendente delle vicissitudini cromatiche capitoline è la banalità degli errori commessi. Il più ricorrente consiste nell’estensione del tono cromatico del laterizio ai risalti dell’ordine architettonico. Quelle tinte che simulano il colore dei mattoni (le sfumature dei gialli e dei rossi) vengono cioè spesso applicate anche sui bugnati, i cantonali, le cornici e in generale su quelle parti dell’edificio che dovrebbero essere in pietra (o che la imitano). A volte poi, anche in passato, si è usato il giallo Torino per gli elementi simulanti la pietra. L’indebita scelta di questo colore è stata spesso dovuta ai tecnici torinesi, che hanno operato nella giovane capitale riproponendo le tonalità di alcune pietre piemontesi.
Si incorre facilmente in un altro errore quando un unico edificio è diviso in più condomini che non si mettono d’accordo e alterano il prospetto edilizio tinteggiando in maniera differente le proprie unità immobiliari.Un peccato non tanto veniale è anche l’uso di colori sintetici, come la tinta al quarzo, incompatibile con le murature storiche, destinate, con un tale trattamento, a “spellarsi” al sole nel giro di pochi anni.

I colori di Roma – Le tinte dei palazzi romani variano a seconda dei periodi. Due sono le categorie principali individuate grazie al piano del colore del II municipio redatto dalla Morlacchi e valide per buona parte della città. Una categoria A, cui appartengono gli edifici storici (A1) ed eclettici (A2), e una categoria B, che include gli edifici del periodo razionalista, moderno e contemporaneo. Con le dovute eccezioni, di cui la Sovrintendenza tiene conto (ad esempio il celeste di un originario lapislazzuli), i fondi dei palazzi di tipo A variano dalle sfumature cromatiche degli ocra, dei rossi, dei rosa, dei verdi terranova, della calce e della pozzolana, mentre per le parti in “pietra” i toni sono quelli del travertino, del peperino e, a volte, tufo. Per i palazzi più moderni, categoria B, oltre a tutte le tinte del tipo A, si aggiungono anche toni sul celeste e il bianco calce. Alle tonalità si accostano i giochi di vuoto e di pieno creati dai progettisti e altre finezze che rendono importante,  al momento della riqualificazione, la consulenza di un tecnico davvero preparato in materia.
 
Oggi l’armonia dell’immagine urbana è in serio pericolo e diviene sempre più urgente sensibilizzare la cittadinanza sul tema dei colori. Non è possibile lasciare la pelle della città in preda alle scelte irrazionali di certi amministratori di condominio o di proprietari stravaganti. A Roma, dove, come ben dice Filippo La Porta, l’architettura deve essere prima di tutto conservazione, è bene che l’Università ponga l’accento sulle tematiche del colore urbano e formi tecnici competenti, è opportuno poi che il Comune, per parte sua, espanda e applichi i piani del colore e freni le derive arcobalenistiche delle molte eccentriche personalità che popolano il Belpaese.

I colori di Roma – Videoservizio di Eugenio Murrali e Camilla Romana Bruno

 

Condividi sui social

Articoli correlati