Santa Cecilia. Heras-Casado e Allegrini per Mozart. Recensione

A causa di un grave lutto familiare, Leonidas Kavakos non ha potuto dirigere i concerti della Stagione Sinfonica di sabato 5, lunedì 7 e martedì 8 dicembre. Dazebao News è vicino a un maestro che ci ha toccato il cuore

ROMA – Sabato pomeriggio all’Auditorium, sul podio dell’Orchestra di Santa Cecilia è salito il direttore Pablo Heras-Casado che, per venire incontro all’Accademia, ha interrotto il proprio viaggio di nozze.  Riflettiamo per un attimo sulla rarità di questi artisti, per sostituire i quali bisogna girare il mondo. Grazie per esserci ed averci regalato un cibo del quale – lo deduciamo dalle cronache –  abbiamo tutti bisogno per una qualità di vita che ci salva.  Il programma della prima parte del concerto è rimasto invariato:  dopo la Sinfonia n. 83 “La poule di Joseph HaydnHeras-Casado ha diretto Alessio Allegrini, Primo Corno di Santa Cecilia, nel celeberrimo Concerto n. 4 K 495 di Wolfgang Amadeus Mozart e,  nella seconda parte, Heras-Casado si è cimentato nella Sinfonia n. 8 di Antonín Dvořák.  Il Family Concert di domenica 6 é diretto da Carlo Rizzari.

Il pezzo forte di sabato 5, sorretto dalla professionalità indiscussa dell’Orchestra di Santa Cecilia, è stato il n. 4 k 495 di Mozart per il quale hanno unito le forze  Alessio Allegrini –  all’età di 23 anni,  scelto da Riccardo Muti come Primo Corno Solista presso il Teatro Alla Scala di Milano –  e lo spagnolo Pablo Heras-Casado direttore dell’ Orchestra of St. Luke’s di New York. La bellezza di un concerto non si può riprodurre a parole, bisogna ascoltarlo, ma la storia della sua gestazione è intrigante e aiuta a capire. Ignaz Leutgeb, cornista della corte di Saliburgo, la piccola e bellissima città di Mozart, era una un sempliciotto che nel 1777 a Salisburgo aveva aperto un negozio di alimentari, del quale il collega Mozart amava i formaggi, i prosciutti e gli insaccati. Supponiamo ci sia stato un gradevole scambio di cibarie se lo storico compositore dedicò al cornista ben quattro concerti. Supponiamo che Leutgeb, esecutore eccellente, abbia avuto grande pazienza nei confronti di Amadeus che scrisse parte dell’ultimo concerto, proprio il  n.4 k 495,  con inchiostri di diversi colori fatti ad arte per confondere.  Oggi Allegrini ed Heras-Casado ci hanno fatto riprovare le emozioni dello scanzonato intermezzo di quel tempo con una leggiadria da maestri. Gli applausi sono stati prolungati e scroscianti.

La Sinfonia n. 83 “La poule di Joseph Haydn ha gli influssi della società dei lumi, nella quale arguzia  e motti di spirito avevano successo. Poule in francese significa gallina.  Nella sinfonia n. 83 Haydin si diverte ad affiancare un tema solenne alle note che imitano il verso del pennuto domestico. L’imitazione del chiocciare, luogo comune nel seicento e nel settecento, fu usato dal compositore grazie alle sue capacità imprenditoriali per familiarizzare con il pubblico, senza sminuire il valore artistico della sua opera, a riprova che ciò che è popolare può essere di grande gusto.

La Sinfonia n. 8 di Antonín Dvořák fu presentata in pubblico a Praga nel 1890, diretta dallo stesso Dvořák che la dedicò all’accademia Ceca “Imperatore Francesco Giuseppe”  e la eseguì a Cambridge, quando fu nominato dottore “honoris causa”. Per un certo periodo eclissata al favore popolare, oggi questa sinfonia di Dvořák conquista le platee. Segno di immortalità, tanto che a Santa Cecilia gli applausi non finivano mai.

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