Venezia 76. I film di Netflix in concorso tra polemiche

VENEZIA – A differenza di Cannes, la mostra internazionale di Venezia si è dimostrata più aperta e lungimirante nei confronti delle nuove piattaforme streaming attraverso le quali il cinema oggi arriva al pubblico.

I primi due in concorso e l’ultimo fuori concorso, sono i tre film di Netflix che nel 2019 si potranno vedere al Lido: Marriage Story, The Laundromat e The King. 

MARRIAGE STORY – in concorso – Marriage Story è il ritratto intenso della fine di un matrimonio e di una famiglia diretto dal regista candidato all’Oscar Noah Baumbach. Il film è interpretato da Scarlett Johansson e Adam Driver. Laura Dern, Alan Alda e Ray Liotta sono i co-protagonisti. Regia: Noah Baumbach Con: Scarlett Johansson, Adam Driver, Laura Dern, Alan Alda, Ray Liotta

THE LAUNDROMAT – in concorso – Una vedova (Meryl Streep) indaga su una frode assicurativa inseguendo a Panama City due soci in affari (Gary Oldman e Antonio Banderas) che strumentalizzano il sistema finanziario mondiale. Un film sui cosiddetti “Panama papers”. Regia: Steven Soderbergh Con: Meryl Streep, Gary Oldman, Antonio Banderas, Jeffrey Wright, Matthias Schoenarts

THE KING – fuori concorso – Hal (Timothée Chalamet), principe ribelle e riluttante erede al trono inglese, ha voltato le spalle alla vita di corte e vive tra il popolo. Ma quando il suo tirannico padre muore, Hal diventa Re Enrico V ed è costretto ad abbracciare la vita dalla quale aveva tentato di fuggire. Ora il giovane re deve esplorare la politica di palazzo, il caos e la guerra che suo padre si è lasciato alle spalle, insieme alle corde emotive della sua vita passata – incluso il rapporto con il suo amico e mentore più intimo, il cavaliere decaduto e alcolista John Falstaff (Joel Edgerton). Diretto da David Michôd e scritto da Michôd ed Edgerton, THE KING ha come co-protagonisti Sean Harris, Ben Mendelsohn, Robert Pattinson e Lily-Rose Depp. Regia: David Michôd Con: Timothée Chalamet, Joel Edgerton, Sean Harris, Ben Mendelsohn, Robert Pattinson e Lily-Rose Depp.

Il tempo darà ragione agli organizzatori della Mostra, che hanno offerto uguale dignità alle opere distribuite in streaming inserendole in un festival d’importanza mondiale. Tuttavia le polemiche proseguono: l’unione internazionale dei cinema, che rappresenta le associazioni e i principali circuiti di sale cinematografiche di 38 paesi d’Europa – in una parola gli esercenti – sostengono che i film “veri” sono solo quelli proiettati sul grande schermo. 

Di sicuro la sala, con il buio, l’impossibilità di interruzione e le sue dimensioni dilatate ha un fascino e una resa imbattibile, ma essa è solo la migliore offerta per quegli spettatori che hanno voglia di spostarsi da casa (e non tutti ce l’hanno). Non è però possibile mettere in discussione la qualità di un film: è stato infatti distribuito da Netflix, “Roma” di Alfonso Cuarón, Leone d’oro a Venezia 2018 e vincitore di tre Oscar nel 2019. Come pure “Sulla mia pelle” di Alessio Cremonini, l’opera sul caso Cucchi, vincitrice di quattro David di Donatello e un Nastro d’argento. Oggi, i tre lungometraggi che ci attendono al Lido, sono diretti da grandi autori e hanno un grande cast. Ciò conferma che film “veri” sono anche quelli destinati alla distribuzione streaming, perché la qualità non dipende dalla tecnica con la quale lo spettatore sceglie di vederli.

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