Piulibripiuliberi. A tu per tu con Margherita Hack, Howard Jacobson, Luis Sepulveda…

ROMA – La fiera nazionale della piccola e media editoria è stracolma. A vedere i capannelli di gente che si raccolgono lungo i corridoi, i passanti che avanti e indietro guardano, annusano, soppesano i libri, non sembra che il bel paese non si dedichi troppo alla lettura, tutt’altro.

Sono venuti in tanti ad ascoltare Margherita Hack che , presentando la sua ultima fatica sul cielo, dichiara: “E’difficile immaginare cosa sarà tra cento anni dal momento che nell’ultimo secolo ci sono stati più cambiamenti di sempre. La Nasa sta progettando di invadere la via lattea”.  Ma per quanto riguarda l’e-book Margherita dichiara anche di essere rimasta ferma all’epoca della carta, quella della sua generazione.

Più in là, ai piani superiori, c’è ressa davanti a un tavolo dove si vende il romanzo di  Howard Jacobson “Un amore perfetto”. Più d’un compratore acquista il tomo che promette paradisi erotici e, più verosimilmente, esplora in maniera magistrale i meandri del desiderio e del tormento d’amore. L’autore – scrittore, saggista, giornalista nato a Manchester nel 1942 –  tra i finalisti del  Man Booker prize del  2010 – parla di sesso e religione con lo stesso distacco e la stessa attenzione di entomologo. La sala è gremita, malgrado i numerosi presenti c’è grande silenzio.

Luis Sepulveda non è potuto arrivare a Piulibripiuliberi a causa di uno sciopero degli aerei che lo ha bloccato in Spagna. Avrebbe dovuto partecipare all’evento centrale di questa terza edizione di “America Latina Tierra de libros”, vale a dire il focus Cile-Haiti-l’Aquila. Una cultura per rinascere”.  La discussione con Sepulveda si è svolta in video conferenza, articolata riflessione sui tre paesi sconvolti dai terremoti.  Portata davanti a un pubblico attento,  oltre che da Sepulveda, che ha ovviamente parlato del sisma in Cile, anche dallo scrittore Louis Philippe D’Alembert, che ha raccontato del terremoto del suo paese, Haiti. Presentati dallo scrittore giornalista di Repubblica Francesco Erbani,  attraverso la loro esperienza della tragedia, Sepulveda e D’Alembert hanno tentato di risvegliare la solidarietà e l’interesse del pubblico, contro il rischio che il tempo faccia cadere nel dimenticatoio questo dramma infinito.

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