Libri. “John Carter di Marte”, saga immortale del creatore di Tarzan. Recensione

ROMA – Nel 1912 il signor Edgar Rice Burroughs –  per intenderci il famosissimo creatore di Tarzan –  aveva 37 anni ed era sull’orlo del suicidio.

Incredibile ma vero, quell’uomo disperato sarebbe stato uno degli autori di narrativa avventurosa più letti al mondo. Burroughs ha venduto oltre 200 milioni di copie in tutte le lingue. Perennemente insoddisfatto, cambiò spesso lavoro  finché non approdò alla scrittura. Il primo personaggio da lui creato fu il capitano John Carter, un avventuriero, ex soldato sudista, che viene fortunosamente trasportato sul pianeta Marte. All’epoca in cui John Carter giunge su Marte – nel libro Barsoom –  il pianeta è popolato da numerose razze indigene primitive, tutte estremamente pericolose, crudeli e perennemente in guerra tra di loro. In pochi anni John Carter, eccezionalmente abile con la spada,  dotato di ardore e incosciente temerarietà, diventa uno dei più importanti guerrieri di quella terra bellicosa. Ma sul Pianeta Rosso, l’impavido capitano Carter, troverà nella bellissima principessa Deja Thoris un amore profondo e vero che lo condurrà a gesta eroiche, che colmerà le distanze tra lui e gli  extraterrestri.

In Italia i primi tre romanzi fondamentali del ciclo John Carter di Marte sono stati raccolti  dall’editore Newton Compton in un unico volume  che comprende Sotto le lune di Marte, Gli dei di Marte e infine Il signore della guerra di Marte. In concomitanza con l’uscita del film del 2012, diretto dal premio Oscar Andrew Stanton, ispirato al primo episodio di una saga che ne comprende undici.
Edgar Rice Burroughs è soprattutto creatore di avventure coinvolgenti in ambientazioni meravigliose ed esotiche. Ma si trovano nei suoi affascinanti libri, passi che sono distillati di saggezza,  che trascinano toccando le nostre corde più profonde, quelle che per ogni uomo costituiscono un viaggio nelle caverne inesplorate dell’anima.

“Sotto le lune di Marte” di William Rice Borroughs, incipit: “Sono molto vecchio, non so esattamente quanto. Forse ho cento anni, forse più; ma non posso dirlo perché non sono mai invecchiato come gli altri uomini e non ricordo neppure di avere avuto un’infanzia. Fin dove arriva la mia memoria, ricordo di essere sempre stato adulto: un uomo di circa trent’anni. Oggi il mio aspetto è identico a quello di quaranta e più anni fa, eppure sento che non posso continuare a vivere per sempre; che un giorno affronterò la vera morte dalla quale non c’è più resurrezione. Non so perché dovrei temere la morte, io che sono morto due volte e sono sempre in vita; tuttavia, al suo pensiero, provo lo stesso orrore che provate voi, che non siete mai morti. Ed è a causa di questo terrore della morte — credo — che sono così convinto che morirò.

E, a causa di questa mia convinzione,mi sono deciso a scrivere la storia degli anni della mia vita e della mia morte. Non so spiegare il fenomeno: posso soltanto scrivere qui, come può scriverla un soldato di ventura, la cronaca degli strani eventi che mi sono accaduti nei dieci anni durante i quali il mio corpo privo di vita è rimasto celato, agli occhi di tutti, in una caverna dell’Arizona.
Non ho mai raccontato questa storia, né alcun mortale leggerà mai questo manoscritto fino a quando io non sarò passato per sempre all’eternità. So che gli uomini non crederanno a ciò che non possono concepire, perciò non intendo esser messo alla gogna dal pubblico, dai pulpiti, dalla stampa, descritto come un colossale bugiardo mentre, al contrario, racconto una semplice verità che un giorno sarà confermata dalla scienza. Forse quello che ho appreso su Marte e le informazioni che vi darò attraverso questa cronaca, serviranno a dare una prima comprensione dei misteri del nostro pianeta fratello: misteri per voi, ma non più per me”.

Edgar Rice Burroughs
John Carter di Marte   
Tascabili Newton Compton
pagg. 470, euro 6,90

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