Da Parigi a Torino una mostra completa di Renoir

TORINO  (nostro inviato) Se non avete mai visitato gli incantevoli spazi del Museo d’Orsay e dell’Orangerie a Parigi, questa è l’occasione giusta per andare a … Torino! Negli spazi del GAM, infatti, è in corso una mostra completa delle opere di Pierre-Auguste Renoir, direttamente e quasi interamente importate dalla due prestigiose collezioni francesi.

Fino al 23 febbraio l’impressionismo del grande maestro attraverso sessanta importanti opere realizzate nel corso della sua prolifica  carriera sono le protagoniste di un percorso espositivo che si articola in nove sezioni, con l’obiettivo di riprodurre il cammino artistico del pittore nella sua totalità. Dalla sperimentazione en plein air, compiuta fianco a fianco con l’amico e collega Claude Monet fino alla ritrattistica, femminile in particolare, sviluppata in dettaglio all’interno del suo storico atelier, la produzione mette in risalto non solo la sua creatività personale ma il clima e il desiderio d’innovazione in cui operavano compagni di strada comune quali Camille Pissarro, Alfred Sisley, Edgar Degas, Paul Cezanne, Frédéric Bazille e Berthe Morisot.

Il racconto visivo concepito dall’architetto Corrado Anselmi si sviluppa secondo un ordine al contempo tematico e cronologico. Si parte dall’epoca bohemiènne con  i ritratti parigini negli anni Ottanta del XIX secolo, tra i quali spiccano due dei primi nudi di Renoir – “Il ragazzo con il gatto” e “Donna seminuda sdraiata: la rosa” – per entrare nel vivo della mostra con una galleria di ritratti femminili che hanno segnato un’epoca e nei quali la donna appartiene a differenti estrazioni sociali: sia essa operaia o ballerina riesce comunque, tramite le veloci e dense pennellate dell’artista, a rivestirsi di una grazie speciale ed un’impalpabile bellezza. 

Interessante, nella sala successiva, l’esperienza di viaggio di Renoir ad Algeri, nel quale il suo tratto da paesaggista emerge in tutto il suo splendore. Tra i quadri più rappresentativi e che colpiscono l’occhio per la scelta dell’argomento e dei particolari descritti, il “Campo di banane” e “La moschea” (detto anche “Festa araba”), dove in primo piano emergono palme baciate dal sole, giardini privati e orti dal sapore esotico. Le tele all’aria aperta continuano anche nella rappresentazioni di paesaggi europei più vicini e intimi all’artista, dove dominano l’acqua, il verde e i giardini, fonte continua di ispirazione ravvisabile nei lavori improntati al territorio bagnato dalla Senna ma anche negli ambienti della Costa Azzurra dove Renoir si rifugiò alla fine dei suoi giorni.

Occhio perspicace e cuore tenero, il pittore francese dedicò molte delle sue opere anche all’Infanzia, con ritratti di pargoli, modelli prevalentemente scelti tra figli e figlie di amici,  che delineano espressioni e volti carichi di poesia e sentimento, come anche il capitolo delle “Ragazze al piano” e altri soggetti legati alla musica, tra cui il celeberrimo dipinto che immortala Richard Wagner realizzato a Palermo nel corso di un memorabile incontro tra Renoir e il compositore tedesco.

La società moderna (moderna per l’epoca che respirò tanto il nostro pittore quanto Emile Zola a cui si riferisce lo stesso) è l’oggetto di uno spaccato di vita parigina testimoniato da balli, gite in campagna e momenti spensierati del tempo libero in cui il cromatismo ricercato si sposa all’illuminazione solare stimolando un effetto di colore vivissimo e accattivante per l’occhio: da “L’altalena” al dittico “Danza in campagna” e “Danza in città”, tutto è rappresentato con ispirazione e sapienza del particolare. Come anche i fiori e le loro sfumature, personaggi viventi della piccola sezione dedicata alle opere straordinarie in cui l’arte della sfumatura gioca con la tavolozza dei colori attraverso pennellate morbide e delicate che riescono a trasmetterci non solo sensazioni e ricordi, ma quasi addirittura il profumo dell’oggetto ritratto.

Infine il Nudo, monumento capitale dell’apparato espositivo, che dimostra l’attaccamento di Renoir ai maestri predecessori del genere, da Raffaello a Tiziano, passando per Rubens, testimoniato da cinque tele spettacolari, tutte dipinte nell’ultimo periodo della sua vita, tra il 1906 e il 1917, accerchiate dall’unica scultura in bronzo in mostra, l’imponente “Grande lavandaia accovacciata” che non ha nulla da invidiare a Rodin.

Il testamento pittorico di Pierre-AugusteRenoir è assolutamente da considerarsi “Le Bagnanti”, ospitate nell’ultima sala della Galleria: un capolavoro che celebra una natura senza tempo da cui ogni riferimento al contemporaneo è bandito e nella quale la visione idilliaca è sottolineata dalla sensualità delle modelle, dalla ricchezza dei colori e della pienezza delle forme. Un esempio unico di arte nutrita dal piacere di dipingere che lascia una speranza aperta alle sofferenze del pittore al crepuscolo dei suoi giorni.

Ad integrare la bella esposizione sarà poi in programma al Cinema Massimo di Torino, dal 7 al 31 gennaio 2013,una retrospettiva dedicata al celebre regista Jean Renoir, secondogenito del pittore, alla quale si potrà accedere con riduzione presentando il biglietto della mostra. 

 

RENOIR

Dalle Collezioni del Musée d’Orsay e dell’Orangerie

Dal 23 ottobre 2013 al 23 febbraio 2013-11-25

GAM – Via Magenta 31 – Torino

Infoline: 011 0881178

 HYPERLINK “http://www.mostrarenoir.itwww.mostrarenoir.it

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