Storia, modernità ed ambiente al padiglione dell’Azerbaijian della Biennale

VENEZIA – La Biennale di Venezia, nata nel 1895 e considerata una delle istituzioni culturali e più famose al mondo, anche questo anno permetterà ai visitatori di prendere conoscenza delle ricerche e delle nuove tendenze artistiche contemporanee nei settori dell’arte, architettura, cinema, danza, musica e teatro.

Non c’è quindi da stupirsi se l’Azerbaigian, Stato situato nel Caucaso meridionale conosciuto ai più per le sue riserve energetiche e per la sua posizione logistica, partecipi all’edizione del 2015 con due padiglioni il cui obiettivo, secondo quanto affermato da Mehriban Aliyeva, First Lady dell’Azerbaigian, presidente della Fondazione Heydar Aliyev ed ambasciatrice dell’UNESO e dell’ISESCO, è quello di mostrare l’arte e la cultura azerbaigiana al pubblico italiano ed internazionale.

Due padiglioni che permettono al visitatore di effettuare un suggestivo viaggio tra il passato ed il presente dell’Azerbaigian facendo conoscere uno spaccato storico del paese caucasico risalente allo scorso secolo e familiarizzare con le espressioni artistiche che si stanno affermando in quello che si potrebbe considerare un nuovo polo artistico ed attrattivo situato nel Caspio.

Alla 56° edizione della Fiera Internazionale di Arte – La Biennale di Venezia, il paese caucasico presenterà “Beyond the Line”, esibizione che per la prima volta mostrerà l’arte originale dell’avanguardia dell’Azerbaigian dell’ultimo secolo, e “Vita Vitale”, opere artistiche che hanno come tema di fondo il rapporto tra l’uomo ed il mondo nell’ottica della salvaguardia dell’ambiente.

La mostra “Beyond the Line” è caratterizzata dai lavori di Tofik Javadov, Javad Mirjavadov, Ashraf Murad, Rasim Babayev e Fazil Najafov, maestri di grande talento ognuno dei quali, con la sua peculiare arte, può essere inserito in una immagine più ampia dal punto di vista artistico nata grazie alle profonde influenze culturali, al linguaggio visuale simbolico e all’uso degli stili folkloristici e nazionali mediorientali.

Simon de Pury, presidente della “de Pury de Pury”, compagnia che ha curato la mostra “Beyond the Line” insieme a Emin Mammadov, ha espresso la sua grande sorpresa nello scoprire artisti azerbaigiani risalenti agli anni ’70 dell’epoca sovietica di cui poco si conosce ancora. I quadri di Javad Mirjavadov, Tofik Javadov, Ashraf Murad, Rasim Babayev e le sculture di Fazil Najafov si contraddistinguono per i vivaci e brillanti colori utilizzati e per il fatto di differire notevolmente dalle opere prodotte nello stesso periodo sia in Occidente che a Mosca o Leningrado (oggi conosciuta come San Pietroburgo). 

La mostra, come fa notare Emin Mammadov, può essere quindi vista come un “viaggio” in un mondo sconosciuto al pubblico internazionale il quale riflette l’espressione artistica di un popolo, quello azerbaigiano, durante il periodo della Guerra Fredda che ha perseguito le proprie tradizioni ed origini e si è distaccato dallo stile artistico Occidentale o Sovietico diffuso ed affermatosi nel XX secolo in un area territoriale pari ad un sesto della terra. 

Guardando brevemente il profilo storico dell’arte azerbaigiana è possibile constatare che alla fine degli anni ’50 questa si era diffusa soltanto nell’area periferica ed era snobbata dal Governo e per questo esclusa dai circoli ufficiali e dalle fiere nazionali: in realtà i pittori e scultori azerbaigiani che seguirono la propria vena artistica divennero creatori indipendenti relegati però ai margini della società ai quali non veniva permesso di viaggiare all’estero e quindi di promuovere la propria arte  pagando un prezzo elevato per la propria libertà, ossia il rifiuto al successo e alla sicurezza finanziaria.

A descrivere invece “Vita Vitale” è direttamente Layla Aliyeva, figlia del presidente dell’Azerbaigian e fondatrice di IDEA (International Dialogue for Environmental Action), organizzazione il cui obiettivo è quello di coinvolgere i giovani nell’azione di tutela ambientale; il concept ufficiale della mostra è quello di una visione del mondo armoniosa e pacifica dove uomo, animali e piante possano vivere attraverso le opere esposte alla Biennale di Venezia.

Gli artisti della mostra vengono concepiti come degli “agenti del cambiamento” i quali aiuteranno i visitatori a vedere l’interdipendenza con il mondo naturale ed a comprendere l’importanza delle nostre abitudini il cui impatto sulla Terra lascia una impronta indelebile ed irreversibile.

Facendo un collegamento alla prima edizione della Biennale del 1895, “Vita Vitale” è stata inspirata da artisti e scienziati che ogni giorno aiutano a riconoscere lo stato del pianeta ponendo una domanda fondamentale: “Quale sarà il futuro del mondo se l’uomo non penserà al pianeta oggi?”.

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