L’Arte Milionaria e la nuova Arte Degenerata

GENOVA –  L’arte contemporanea non è più espressione del genio umano, ma è un campo in cui potenti, speculatori, organizzazioni e agenzie di controllo economico-politico, influencer di ogni genere formano e trasformano montagne di denaro a loro uso e consumo, creando valore attorno ad autori e opere da loro scelti.

Il gusto del pubblico e dei collezionisti, la critica libera non hanno più alcun ruolo in questo mercato, dove ogni cosa è mossa dal binomio potere-denaro. Così opere che nessuno si sognerebbe di acquistare neanche per un euro, in base al loro valore estetico, culturale o di innovazione, improvvisamente acquistano valori milionari. A New York la scultura “Him” di Maurizio Cattelan, che rappresentai Adolf Hitler inginocchiato, nell’atto di pregare, ha stabilito in una vendita da Christie’s il record per l’artista italiano ed è stata venduta a 17.189.000 dollari. Nel 2012 Cattelan installò la scultura (meglio definibile come “manichino”) nel ghetto di Varsavia, dove i nazisti assassinarono quattrocentocinquantamila ebrei, sollevando le proteste della comunità ebraica e dei memoriali della Shoah. Quattro anni dopo, qualcuno ha acquistato “Him” per diciassette milioni di dollari. Perché? Perché l’arte, oggi, è questo: un’orgia di potere spudorata e senza limiti né economici né morali. Il significato e la cultura non hanno più nulla a che vedere con questo mercato. Tutta l’arte che nasce dalla ricerca, dall’immaginazione, dall’originalità, dalla profondità degli artisti di tutto il mondo non vale più nulla. E’ fuori dal mercato che “conta” ed è a tutti gli effetti l’Arte Degenerata dei nostri tempi.

Nota dell’autore:

Mi è stato fatto notare come vi sia una – apparente! – contraddizione nel titolo del mio articolo, con queste parole: “Arte degenerata è un termine coniato proprio dal regime nazista. Hitler stesso additava l’arte contemporanea con questo appellativo”. Ho risposto a chi mi ha mosso tale appunto che Hitler non additava con l’attributo “degenerata” tutta l’arte contemporanea: adorava quella capace di esaltare la grandezza del popolo tedesco e i valori della famiglia ariana. Stigmatizzava e condannava, invece, quella capace di mettere a nudo la violenza del potere e, come contraltare, la potenza della libertà. Ho precisato quindi che il titolo è voluto, perché Il mercato dell’arte di oggi è potente, arrogante e votato al controllo della cultura. E’ fascista, in un’ottica moderna, se consideriamo la metamorfosi che l’ideologia fascista ha assunto nel tempo. Non mi pare che Cattelan si sia posto contro le ideologie di Hitler, ma, al contrario, le abbia invece strumentalizzate. Il suo Hitler – anche se involontariamente – è apologetico. Ecco perché il mio titolo. L’arte che il mercato sostiene oggi è fredda, calcolata, lontana dai fermenti di rivoluzione che provengono dai luoghi in cui la libertà e l’uguaglianza sono difese… E’ arte al servizio del denaro e del potere, come quella amata da Hitler e dai suoi seguaci… L’arte del cambiamento, che si allontana dalle caratteristiche gradite al potere (“degenerare” significa proprio allontanarsi dal genere considerato migliore) viene al contrario snobbata, bandita dai luoghi in cui si decide il valore e l’importanza delle opere d’arte, condannata all’oblio insieme ai suoi autori. Ecco perché la definisco come la nuova “Arte Degenerata”.

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