La collezione Coppola a Gallipoli

Salento, terra di vini, cantine, spiagge incontaminate bagnate da acque cristalline. Terra di tesori artistici nascosti e preziosi, terra di artigiani che si tramandano le tradizioni di generazione in generazione. Terra di mecenati… come la famiglia Coppola di Gallipoli, la cui storia affonda le radici nel 1489 e oggi titolari di una rinomata cantina.

Tra i loro antenati annoverano un grande artista, Giovanni Andrea nato a Gallipoli nel 1596, che fu medico e soprattutto pittore. Negli anni giovanili soggiornò a Roma ed a Napoli ed ebbe l’occasione di conoscere le opere dei grandi maestri del passato oltre a quelle dei più importanti esponenti della scuola tardo-manieristica, che influenzarono fortemente la sua opera. L’influsso di Guido Reni è visibile in molte sue opere. Molte sue opere sono visibili all’interno della Basilica Concattedrale di Sant’Agata ma assai più numerose quelle che, un tempo appartenute alla famiglia, possono oggi essere ammirate da tutti gli appassionati perchè sono da essa state donate ala comunità.

Chi visita questa graziosa cittadina non può quindi prescindere da una visita allo storico Palazzo Balsamo, sede del Comune dove, al primo piano, è ospitata la preziosa collezione di ben 22 tele di cui fanno parte numerosi dipinti che rappresentano per lo più santi ed altri soggetti a carattere religioso come la “Sant’Agata”, la “Maddalena Penitente” e “l’Assunzione della Vergine” alcuni paesaggi, due ritratti e un quadro di soggetto mitologico. Di grande interesse la “Natura morta”, un’opera di grandi dimensioni che nel 2007 fu esposta a Parigi in occasione della mostra “l’Oeil gourmand. Percorso della natura morta napoletana del XVII secolo”. Della raccolta fanno parte anche alcuni dipinti di scuola salentina seicentesca raffiguranti temi canonici dell’iconografia religiosa. 

“Noi crediamo che, simile patrimonio artistico, non debba essere gioia e diletto di pochissimi, né debba essere disperso tra i vari discendenti, ma rimanere unito e alla vista di tutti.” dissero negli anni ’80 gli eredi donando la collezione alla cittadinanza. 

“Siamo orgogliosi e riconosciamo l’alto valore dalla scelta fatta dalla nostra famiglia di donare un’intera collezione del Coppola alla comunità gallipolina e al mondo intero perché tutti ne possano fruire. In linea con questo principio, che vede l’arte come un bene comune da diffondere e condividere e come strumento principe per la promozione di un territorio, si sviluppa oggi la filosofia dell’azienda che, con la nuova cantina di design, modernissima nella struttura, al cui interno sono racchiusi un museo del vino e le riproduzioni di queste tele, ha dato vita ad uno spazio aperto all’arte in tutte le sue forme” dice oggi Giuseppe Coppola, titolare dell’azienda insieme al fratello Lucio e al cugino Giovanni.

I Coppola, una storia di famiglia tra arte enologia  e cultura che affonda le radici nel 1489.

I Coppola giunsero dalla Sicilia a Gallipoli nel  XV secolo. Nel 1489 Orsino sposò la nobile Laura Cuti che portò in dote una tenuta di 8 ettari, ancor oggi di proprietà Coppola e coltivata a vigneto. Nel 1715, Carlo Antonio Coppola edificò in Alezio Palazzo Coppola fornito di un’attrezzata cantina con bottaia. Il capostipite della generazione successiva, Giuseppe Francesco, ebbe tre figli: Giovanni, giornalista e fondatore del quotidiano “Lo Spartaco” (1887-1914); Carlo, medico e Niccolò, avvocato. Ma a passione per la viticoltura era tale che tutti, nel periodo della vendemmia, prendevano una pausa dalla propria professione per dedicarsi alla raccolta ed alla vinificazione delle uve. Niccolò, figlio di Giovanni, fu il primo a dedicarsi a tempo pieno all’azienda vitivinicola ma fu uno dei suo figli, Carlo Antonio, specializzatosi nel 1947 in viticoltura, enologia ed aromaterìa enologica alla Regia Scuola Enologica Umberto I di Alba a dare inizio all’imbottigliamento dei vini prodotti. Oggi Cantina Coppola è stata completamente rinnovata: è il primo modello in Italia di Cantina ospitale, un edificio di alta architettura che offre anche accoglienza turistica. 

Una curiosità: edito, diretto e stampato da Giovanni Coppola dal 1887 al 1914, lo Spartaco è stato il più longevo organo di informazione di estrazione socialista pubblicato nel periodo precedente la prima guerra mondiale.  I Coppola hanno finanziato la ristampa anastatica dell’intera collezione.

Giovanni Andrea Coppola

Nasce a Gallipoli nel 1592, da una delle più illustri e colte famiglie della città che aveva numerosi possedimenti in “Villa Picciotti”, oggi sotto il nome di Alezio. I suoi genitori furono Elisabetta Pane e di Orsino Coppola, risposatosi dopo la morte di Isabella Specolizzi. Intraprende studi medici che lo portano, tra il 1633 ed il 1636 a lasciare la città. Nel 1637 sposa Elisa Roccio e in quel periodo comincia ad operare presso la Basilica Concattedrale di Sant’Agata producendo grandi tele per decorazione.

Suo primo lavoro è la decorazione del ligneo altare della Vergine delle Grazie, cui fanno seguito tre serie di undici azioni in piccoli formati.  E’ del 1642 risale la Trinità con le anime del Purgatorio, e del 1645 il Martirio di S. Agata, pala completata nel 1650. Nel 1657 realizza un dipinto per la cappella dell’Epifania di Gesù, tra il 1653 ed il 1659 i Miracoli di S. Francesco di Paola, la pala della Vergine Incoronata e i SS. Nicola ed Oronzo e il ritratto del vescovo de Rueda. E ancora San Giorgio che abbatte il drago. A queste opere si affianca la ricca produzione pittorica. Giovanni Andrea Coppola muore nel 1659.

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