“Street dance II 3D”: danzereccio a diffusione venerea. Recensione. Trailer

ROMA – Svariati sono ormai i film a tema danzereccio usciti nell’ultima decade: essi si concatenano, si susseguono, si “tri-dimensionano”, si diffondono come malattie veneree, hanno nomi simili tra loro, sono la musa ispiratrice dei più beceri registi di parodie hollywoodiani per teen-agers che riescono a schernirli risultando anche meno brillanti degli originali, hanno trame ancora più analoghe dei loro titoli e, nonostante spesso siano dei flop, non mancano mai dalle nostre sale e finiscono sempre nella programmazione cinematografica di Sky.

Non esule da tale categorizzazione è “Street Dance II 3D” in cui la moda del film sulla gente che balla va a sposarsi con la moda del film con gli occhialetti. Un matrimonio fatale e mortificante per chi ancora pensa che la perdita di 10 euro e qualche diottria potrà davvero avere un senso solo nel giorno in cui in una sala cinematografica gli occhialetti ci faranno davvero credere che ci stia crollando il mondo addosso. A quel punto vada al diavolo ogni trama e sceneggiatura e si crei uno, due, anche tre film l’anno (ma non di più per favore) finalizzati unicamente all’adrenalina, come in una gran bella giostra eurodisneyana.

Purtroppo il cinema in 3D ancora non è così, anche se sul fatto di mandare al diavolo il concetto di trama e sceneggiatura già ci siamo. Nei primi cinque minuti di “Street Dance II” i personaggi ballano e escono un pochino dallo schermo, ma tra il pubblico non c’è nessuno che sembri minimamente sorpreso ed il film continua senza alcuna velleità tridimensionale, i personaggi continuano a ballare e dallo schermo non esce neanche una bandana, una mano, un calcagno, una ciocca di capelli, niente.

Tutto ciò renderebbe molto fastidiosi alla vista i futili occhialetti, ma il problema non si pone dal momento che durante il film non è difficile addormentarsi. Prescindendo dal fattore tridimensionale, “Street Dance II” fa ciò che fanno tutti gli altri film del genere, ovvero sia insegnarci quanto i ballerini di black music abbiano un’elasticità ed un’apertura mentale da fare invidia a Priebke. La trama vede il protagonista (un Chris Martin col fisico di Vin Diesel) accompagnato da un personaggio simpatico (non fa battute particolarmente divertenti, ma non è palestrato bensì è magrolino, e questo basta a renderlo simpatico in un film dove si balla solamente) che devono mettere su una crew di ballerini per battere la boriosa e strafottente crew degli “invincible”.

Chi vincerà secondo voi? I vari membri della crew dei “buoni” vengono racimolati durante i ridicoli titoli di testa dove vediamo tutti i personaggi sparsi in ogni capitale europea; pensate che uno di loro è a Roma e balla la street dance mentre ruba portafogli vicino piazza Navona e fugge per le vie del centro storico piene di suore, donne anziane e grasse che strillano, innamorati che si baciano e panni stesi ad un metro da terra da una finestra all’altra. Si unirà a loro Eva, una sensuale ballerina di salsa che ovviamente si fidanzerà con il Chris Martin palestrato e che naturalmente, data l’apertura mentale dei ballerini di cui parlavo sopra, lascierà interdetta la crew per i soliti motivi per cui una musica come la salsa è troppo stupida rispetto al loro ballo di strada (stesso ragionamento vale per qualsiasi altro tipo di ballo che non sia loro appannaggio)

Ricordando un precedente film simile con Banderas in cui il sex-symbol si trovava ad insegnare il tango a degli hippoppettari che lo prendevano in giro perché la sua musica “non era remixata” (sto citando testualmente il film di cui non ricordo il titolo e che ho vergogna a chiedere a Wikipedia per paura che i file temporanei mi mal giudichino), lì accadeva che i giovinastri però, una volta veduto Banderas volteggiare sulle note di un sensuale tango con la sua altrettanto sensuale ballerina, ne rimanessero affascinati. Diversamente accade qui in Street Dance in cui la crew vede Eva ballare il tango (peraltro senza musica in sottofondo, scelta del regista per farla risultare patetica) e polemizza con l’apertura musicale culturale di cui sopra.

Street Dance II è naturalmente uno dei film meno interessanti della stagione e probabilmente chi lo andrà a vedere sa già a cosa va incontro, chi non lo sa è difficile che ci vada comunque, chi interessato probabilmente è un ballerino oppure una persona che comunque non leggerà mai la recensione di un film.
Ma poi, ai ballerini, questi film piacciono?

USCITA CINEMA: 18/04/2012
GENERE: Sentimentale, Musicale
REGIA: Max Giwa, Dania Pasquini
SCENEGGIATURA: Jane English
ATTORI:
Falk Hentschel, Sofia Boutella, George Sampson, Akai Osei-Mansfield, Tom Conti, Stephanie Nguyen, Flawless, Elisabetta Di Carlo, Samuel Revell, Ali Ramdani, Lee Craven, Delphine Nguyen, Kaito Masai, Joanna Jeffrees, Ella Wragg, James Michael Rankin, Matthew David McCarthy, John Duggan
FOTOGRAFIA: Sam McCurdy
MONTAGGIO: Tim Murrell
PRODUZIONE: BBC Films, Vertigo Films
DISTRIBUZIONE: Eagle Pictures
PAESE: Gran Bretagna 2012
DURATA: 90 Min
FORMATO: Colore 2D e 3

 

Street dance II 3D – trailer

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