“Chernobyl diaries”: l’ultima risma dell’orrido. Recensione. Trailer

ROMA – L’idea è di Oren Peli, l’autore di Paranormal Activity. Sei ragazzi in giro per l’Europa decidono di fare un giro a Pripyat, paesotto ucraino evacuato nel 1986 dopo l’esplosione del reattore di Chernobyl.

La notte del 26 aprile, 50mila persone abbandonarono le loro case. Ora tutti pensano che Pripyat sia disabitata, ma i sei ragazzi – aiutati da Yuri, già soldato sovietico reinventatosi guida per turismo estremo – scopriranno la verità. Nei caseggiati erosi da 25 anni di radiazioni si aggirano branchi di cani famelici, orsi e altri animali che si riversano in città dai boschi vicini. Ma non solo. Anche altre presenze animano la città fantasma e a farne le spese per primo sarà proprio la coriacea guida ucraina.
Chernobyl diaries – La mutazione recupera lo stile documentaristico della saga di Paranormal Activity ancora una volta fuso con l’horror. Ma la paura non arriva sul filo della suspense o dell’angoscia. In un’atmosfera claustrofobica sono le apparizioni improvvise degli elementi orridi a far scattare lo spettatore sulla poltrona del cinema. Tutto secondo la tradizione dei peggiori blockbuster americani, dialoghi melensi e patetismo dell’ultima risma compresi. Girato tra i dintorni di Belgrado e Budapest, negli Stati Uniti è uscito a fine maggio con un divieto ai minori di 17 anni non accompagnati. Beati loro.  

 

Chernobyl diaries – La mutazione    
Diretto da Brad Parker
Con  Devin Kelley,   Olivia Dudley,   Jesse McCartney,   Nathan Phillips
Scritto da Oren Peli e Carey e Shane Van Dyke

Chernobyl diaries – trailer

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