“Woody”: l’uomo che conquistò un raro diritto… Recensione. Video

ROMA – Scrittore, regista, attore, musicista. In oltre 40 anni di carriera Woody Allen è diventato un’icona del cinema, amato quasi più in Europa che oltreoceano. Ci sono voluti anni di corteggiamento per convincerlo ma, questa volta, ha lasciato che fosse la sua vita a stare davanti alla macchina da presa, in un documentario realizzato dal filmmaker Robert Weide e presentato l’anno scorso a Cannes.

Noto per la sua riservatezza e per le sue non-apparizioni ai festival internazionali, Allen ha concesso a Weide sei interviste in cui racconta la sua carriera, dalla sua infanzia a Brooklyn alla realizzazione degli ultimi film, aprendogli le porte della casa newyorkese in cui lavora. Un viaggio monumentale nella vita del regista, un “Tutto quello che avreste voluto sapere” su Allen senza dimenticare scandali e passioni, da quella per i fratelli Marx e Fellini alle numerose donne che ha amato.

Il film si arricchisce infatti della testimonianza di attori e amici del regista, con i contributi di Scarlett Johannson, Diane Keaton, Martin Scorsese, Antonio Banderas, Penelope Cruz, Sean Penn, Owen Wilson, Mira Sorvino, Martin Landau, Mariel Hemingway, John Cusack, Naomi Watts e tanti altri.

Il film di Weide ritrae la carriera di un personaggio versatile ma sempre coerente, sia da comico che da intellettuale, capace di fare a botte con un canguro in tv e di mescolare, qualche anno dopo, Bergman e la psicanalisi in raffinati film d’autore. Il riluttante inizio nei cabaret, l’esordio nel mondo del cinema, il successo di Io e Annie, gli Oscar, gli insuccessi, i film più recenti. Ma soprattutto, racconta la straordinaria capacità creativa di Allen di pensare e realizzare un film all’anno da decenni, sempre e comunque nella massima autonomia e con il completo controllo sul suo lavoro. Un diritto che non molti registi di Hollywood sono riusciti a conquistarsi.

Naturalmente, il film risente di numerosissimi tagli e di sbalzi temporali obbligati. Anche perché trattare tutti i cambi di stile e spiegare la realizzazione di tutta la filmografia di Allen in soli 120 minuti sarebbe stata un’impresa impossibile. D’altra parte, lo dice Chris Rock nella prima parte del film: “Chi riesce a essere bravo per 20 anni? C’è chi non ce la fa neanche per 5. Lui c’è riuscito per 40 anni”. E lo spettatore non può che essere d’accordo.

REGIA: Robert B. Weide
GENERE: Documentario
DURATA: 113′
USCITA NELLE SALE: 21 settembre 2012

Woody – Tra scrittura e realtà

 

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