“The Summit”. Testimoni raccontano il G8. Recensione. Trailer

ROMA. “Volevamo costruire un’immagine, una narrazione. [..] Costruire il film dal punto di vista di chi l’ha vissuto”. A parlare è Massimo Lauria uno dei registi che insieme a Franco Fracassi, giornalista e documentarista, è autore del film documentario sul g8 di Genova: “ The summit. Genova: i 3 giorni della vergogna”, presentato alla casa del cinema.

A dieci anni di distanza dai fatti, la pellicola ricostruisce quanto avvenne in quei giorni di Luglio del 2001.Le sequenze del film sono affidate alla testimonianza di coloro che si trovavano li. I registi, anch’essi testimoni in quei giorni, avviano un’inchiesta indipendente. Si servono del lavoro di oltre cinquanta persone, di oltre mille pagine di documenti raccolti, di oltre mille ore di registrazioni audio ascoltate, di oltre cento ore video visionate.
Franco Fracassi e  Massimo Lauria raccontano “The Summit” come il viaggio: dal vertice dell’Organizzazione mondiale per il Commercio a Seattle fino al G8 di Genova, passando per i summit di Nizza, Praga, Napoli e Goteborg. Il quadro che ne emerge è sconcertante. L’indagine si concentra sulla gestione della repressione, sui misteriosi comportamenti di tutela dell’ordine pubblico da parte degli organi della polizia di Stato.
Genova 2001 (19, 20, 21 Luglio). Gli occhi del mondo sono puntati sulla citta italiana. E’ in corso il più grande degli incontri fra i grandi del pianeta:  Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito,  Canada, Russia e Italia.  Le piazze del capoluogo ligure, hanno i colori della filosofia della protesta. La zona rossa intangibile, la zona gialla aperta alle manifestazioni senza corteo, la verde aperta a tutti. Dai movimenti no global, ai cobas della scuola, alla rete Lilliput, all’Arci, alla Cgil, ai movimenti ambientalisti.

La voce manifestata e manifestante, è la medesima.  SI è li  pacifici a manifestare il proprio pensiero sui grandi temi del momento (dalla cancellazione del debito pubblico dei Paesi in via di sviluppo, all’accesso delle persone alle risorse naturali come l’acqua infine all’ampliamento dei diritti di usufrutto delle terre da parte dei contadini che la lavorano). Ma l’imprevisto non previsto o forse solamente occultato dalla sicurezza del potere, vede mutare le sorti di quei giorni. Un gruppo di blacK bloc comincia a seminare violenza. Le piazze del pensiero libero, diventano le piazze di morte della democrazia e della sua delegittimazione.
Lo stesso regista Franco Fracassi ricorda di un giovedì sera, di quel 21 Luglio del 2001. “Mi si avvicinò un poliziotto” dice “e mi disse: -Vuoi proprio sapere dove saranno gli scontri domani? Fatti trovare all’angolo della banca a piazza Paolo da Novi a mezzogiorno di domani. E vedrai che lì cominciano gli scontri.” La mattina dopo arrivo in quell’angolo. In quel momento ci stavano i Cobas, e uno schieramento di polizia, che era proprio in quel punto là. A mezzogiorno, precisi come un orologio, arrivano i black bloc, e incominciano a devastare la banca. La polizia non fa altro che osservarli. Appena finito di devastare la banca scappano via. La polizia carica i manifestanti dei Cobas.”
La spettacolarizzazione delle tattiche e della violenza di quegli insurrezionalisti, spiegherà lungo il documentario Sergio Finardi (esperto di tattiche di guerra informali), serviva  per poter esser “colta dai media”, dissuadendoli dall’attenzione sui veri temi in corso al summit. Sembrava che a Genova vi fosse la precisa volontà di massacrare letteralmente un movimento, di frantumarlo contro i manganelli delle forze dell’ordine. Nel documentario parlano diverse voci: da Don Andrea Gallo, a Vittorio Agnoletto (portavoce del Genoa Social Forum)a  Claudio Giardullo, segretario Generale del sindacato di polizia Silp/Cgil, Sergio Finardi, esperto di tattiche di guerra informali, il Generale dell’esercito italiano Fabio Mini, Vincenzo Canterini, ex comandante VII nucleo sperimentale squadra mobile e consigliere del Consap, Dario Rossi avvocato del Genova Social Forum, e molti altri.
Dai primi scontri in piazza Manin, a piazza Alimonda dove morì il ventitreenne Carlo Giuliani e di cui il documentario ripercorre le misteriose circostanze, alla vicenda di Mark Covell presso la scuola Diaz.Ancor oggi, per spettatori e vittime, forte è la sete di giustizia. E’ «un passo avanti», «un passo importante nella ricerca della verità» dichiara Giuliano Giuliani, ospite anch’egli alla presentazione del film .  Sono loro, colpevoli e colpevolizzati: Polizia e black bloc, detentori dell’ordine e del disordine pubblico, gemelli di un obiettivo comune: seminare paura.
Viene da chiedersi: “C’è forse qualcosa che non bisogna scoprire? Ancora qualcosa?” Genova, è la metafora internazionale di un potere che mette a tacere le masse e uccide la libertà. Anche “la crisi di oggi”, conclude Fracassi, “è la crisi di quel 19, 20, 21 Luglio”. Il film appare come la consegna delle chiavi a San Pietro. E’ la chiave sulla verità consegnata all’Italia. Il documento utile a rifondare la giustizia e a condannare il silenzio.
Dopo il grande successo ottenuto alla Berlinale dello scorso anno e ad altri festival, il film approda nelle sale italiane il 21 febbraio, distribuito da Minerva Pictures e disponibile presto in modalità i-Tunes.
The Summit
(The Summit, 2011, Italia)
    •    Regia:Massimo Lauria, Franco Fracassi
    •    Distributori:Minerva Pictures
    •    Genere: Documentario
    •    Data di uscita: 21-02-2013

The summit – trailer

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