“Miele”, Valeria Golino regista a Cannes. Recensione. Trailer

ROMA – Valeria Golino,  esordisce alla regia con il film “Miele”, in gara al festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard. Coprodotto col fidanzato Riccardo Scamarcio, uscirà nelle sale mercoledì primo maggio.

Il film affronta il tema dell’eutanasia attraverso la storia di Irene, trentenne che si prodiga con i malati terminali, aiutandoli a morire. Ispirato liberamente al romanzo di Mauro Covacich “A nome tuo”, letto dalla regista tre anni fa e  definito “fulminante, contemporaneo e provocatorio”, racconta di un personaggio femminile inedito. “Abbiamo spremuto il libro di Covacich, filtrato dalla nostra etica”, dice Valeria Golino e precisa che la sua pellicola “non parla di eutanasia, ma di suicidio assistito”.

Il malato “non vorrebbe morire” ma decide di farlo perché quella vita “non è più vita”, Irene, la protagonista (Jasmine Trinca)  abbrevia l’agonia dei suoi clienti-pazienti, la cui dignità è stata deturpata dall’insopportabile male della loro infermità. “Quella di morire è una decisione del malato, deve fare tutto da solo – spiega la Golino – all’inizio ho avuto paura, ho pensato che fosse un argomento difficile come mio primo film, poi però ho capito che volevo proprio raccontare questa storia e aggiunge: “ Io credo che ogni essere umano abbia il diritto di gestire e decidere da solo sul proprio corpo, sulla propria vita e su come finirla, poi ci sono tante implicazioni, ogni vita e ogni storia è a se”.
La movimentata vita della trentenne, alla ricerca di emozioni contro il buio spento di quell’umanità che la circonda, viene scossa un giorno dall’ingresso dell’ingegner Grimaldi (Carlo Cecchi). Affidatogli come un normale paziente, l’ingegnere è in realtà un settantenne in buona salute, che ritiene semplicemente di aver vissuto abbastanza. La  quotidianità fatta di appuntamenti con la morte e di incontri sessuali con Stefano (Vinicio Marchioni) è stravolta da questo curioso caso.
“L’incontro con Grimaldi cambia qualcosa”, dice la Golino, “l’imprevisto è la cosa più benvenuta”. L’ incontro con l’uomo, affetto da un singolare malessere esistenziale,  destabilizza Irene fino a farle capire che non è più in grado di portare un peso così grande nel cuore. “Nessuno vuole morire, vogliono vivere tutti” dice.

La regista coglie nelle riprese le sfumature di Irene. Primi piani e colori tetri rimandano ad un’atmosfera triste, tesa tra sfinimento e vitalità, spremuta filologicamente dal testo romanzato al film. “La tendenza a estetizzare la tengo sotto controllo” dice la regista.  “Il tema del film impedisce di mettere dell’inutile. Il modo in cui filmo Jasmine, la sua bellezza, mi ha dato la voglia di guardarla.  Lo stile del film è il risultato dei tanti personaggi che agiscono. Rispetto alle scene di morte, le persone facevano di tutto per vivere. Volevo che si sentisse il peso dell’evento”

Una morte, un suicidio importante nel film, ha permesso alla critica di sollevare pertinenti curiosità. Alcuni hanno chiesto alla Golino se vi fossero allusioni a Mario Monicelli.
“Un’ intenzione, un credo, una presa di posizione” conclude Valeria Golino.

Miele
(Miele, 2013, Italia)
•    Regia: Valeria Golino
•    Con: Jasmine Trinca, Carlo Cecchi, Libero De Rienzo,Vinicio Marchioni, Iaia Forte,Roberto De Francesco
•    Distributori: BIM Distribution
•    Genere: Drammatico
•    Durata: 110′
•    Data di uscita: 01-05-2013

Miele – Trailer

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