Cannes. Italia protagonista con Sorrentino e Bruni Tedeschi

CANNES – (corrispondente) – Oggi qui a Cannes 66, è la giornata dell’unico film italiano in concorso “ La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino, che esce nelle sale italiane, in contemporanea con il red carpet di Cannes ed è stato accolto ieri sera da un lungo applauso della stampa. Bello, triste, malinconico, cinico, elegante, di un’eleganza che ci ricorda Luchino Visconti.

Il protagonista Jeep Gambarella, un giornalista 65enne interpretato da Tony Servillo, è straordinario e meriterebbe la Palma come miglior attore. Sullo sfondo del film una Roma stupenda. Ad accompagnare la visione, mistici canti gregoriani, che poi si mescolano a disco dance e pop. Grandiosi i movimenti della macchina da presa, che sono un vero omaggio allo splendore di Roma , una Roma Sacra e profana, una Roma poetica, ma anche volgare. Il film getta, infatti, uno sguardo triste con l’occhio del bravo regista napoletano, sulla decadenza dei costumi, fatta di tante donne di plastica e di uomini da poco, un grand – ensemble di giornalisti, attricette, galleriste, intellettuali e nobili decaduti, che corrono di festa in festa sulle terrazze romane, fatte di balli, coca da sniffare e dove si consumano cattiverie e veleni. Il regista cerca di scrutare e indagare nell’animo umano. Si intravede nella pellicola anche qualche spiraglio di salvezza: Jeep Gambardella (Tony Servillo) , un’anima alla fine pare, in fondo averla ancora e la ritrova nell’incontro con Ramona (Sabrina Ferilli), un ex spogliarellista, con un’anima fragile e innocente.  Tra gli attori un eccellente e buffo Carlo Verdone nei panni nel film tra gli altri anche Isabella Ferrari amante ricca di jap, Luca Marinelli il figlio folle di una benestante vedova.  La Grande Bellezza è un film potente sulla ricerca della bellezza, anche in luoghi dove apparentemente non c’è ma che ci lascia una profonda amarezza.  “ E’ una povertà, quella che si respira in Italia” ha detto Sorrentino nel corso della conferenza stampa” non solo materiale ma si vive anche un impoverimento generale, morale e culturale”. “ Un’ Italia che è nella stessa situazione del dopoguerra, ma con la sensazione che non ci sia più posto nemmeno per la speranza”.

Château en Italie
Ieri è stata la giornata a Cannes 66, di un film in concorso, questa volta francese, ma che sentiamo un po’ italiano : Château en Itale di Valeria Bruni Tedeschi, sorella di Carla Bruni, due italiane che vivono in Francia.
Quelle courage. Je n’ai pas vu ca. Emouvant. Solo alcuni dei numerosi commenti positivi al Film Chateau en Itale di Valeria Bruni Tedeschi. Con davvero molto coraggio e senza ipocrisie, l’attrice –regista,ha deciso di condividere con noi i suoi dolori, le sue emozioni. Un film intimo, commovente e a tratti anche divertente.Un castello in Italia, film in corsa per la Palma d’oro, è stato molto applaudito e promosso ieri a pieni voti, nella sala grande del Palais du Festival. Il film autobiografico e molto personale, girato tra Castagneto Po, sede della casa-castello e Parigi, è un alternarsi di usi e abitudini italiane e francesi, la famiglia si è trasferita in Francia nel 1972. Nel film c’è una parte italiana e una francese”Questo fa parte di me” ha detto Valeria Bruni Tedeschi “ Si ispira alla nostra esperienza di vita, io ho una cultura italiana molto spiccata, i miei primi amici, i miei primi amori sono stati italiani, il francese è una lingua adulta” ha proseguito “ il mio personaggio è quindi a due voci”.
Nel film c’è l’ironia indispensabile per sopravvie al dolore della malattia e della morte prematura del fratello Virginio (Ludovici), ucciso dall’Aids a soli 46 anni, interpretato da Filippo Timi, legatissimo a Louise (Valeria).Nella pellicola, manca solo Carla, presente nel cast anche la vera madre di Valeria (Marisa Borini), una donna forte e decisa, costretta a vendere per le troppe spese, la grande casa  di famiglia ricordo del marito. Nel film si intrecciano due storie, una storia di famiglia e una storia d’amore. La storia d’amore di una coppia non convenzionale, per differenza d’età e classe sociale, una relazione “bizarre” come direbbero i francesi. Lei Louise (Valeria) che vuole un bambino a tutti i costi e si sottoporrà all’inseminazione artificiale, ma come nella realtà, non verrà” e che d lei deve slegarsi dalla sua famiglia d’origine e  diventare adulta. Lui Nanthan (Louis Garrel) ha paura di legarsi e di perdere la sua libertà e vive una sorta di conflitto interno.Due persone che si lasciano e si ritrovano, si aggrappano l’una all’altra per sopravvivere. E miracolosamente ci riescono. La telecamera cattura momenti magici di sofferenza o amore sui visi dei protagonisti. Unica regista donna in concorso al festival di Cannes Valeria Bruni Tedeschi è stata apprezzata anche per la spontaneità di sentimenti. E per essersi messa a nudo. cerca di fare autoanalisi attraverso il Cinema e superare le proprie angoscie ma l’attrice regista precisa” il Cinema non è psicoanalisi ma lo è  certo il lavoro che è una vera terapia”.

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