Venezia 70. “Still life”, nel concorso Orizzonti, affascina

VENEZIA (nostro inviato) Uberto Pasolini è il produttore di Full Monty, film che lo spiega e lo qualifica. Già autore di un’opera prima che si era fatta notare, Pasolini torna a Venezia con Still Life, film che affronta in maniera delicata il tema, non facilmente digeribile, della morte e della solitudine.

A metà strada tra dramma e commedia, Pasolini mette in scena una storia che può colpire anche il pubblico meno smaliziato,  grazie a Eddie Marsan, l’attore protagonista.

Marsan interpreta John May, impiegato incaricato di provvedere alla sepoltura delle persone i cui parenti sono introvabili. Nel suo impegno di dare un funerale dignitoso a coloro che non lasciano cuori infranti, John May compone in prima persona elogi funebri e sceglie la musica per l’ultimo viaggio. Spesso è lui solo ad accompagnare le povere salme dimenticate. John May un giorno viene licenziato e prende a cuore in maniera particolare proprio l’ ultimo incarico. Da qui un epilogo inaspettato e commovente, che non vi racconto, per motivi ovvii.

I film in concorso a Venezia nella sezione Orizzonti, sono di giovani autori e la sezione esiste per segnalare le nuove tendenze del cinema mondiale. Spesso in questo concorso, cosiddetto minore, si trovano lungometraggi che nulla hanno da invidiare a quelli dei maestri della sezione ufficiale. “Still life” è uno di questi: insolito, ben diretto, leggero pur se di argomento pesante, ben recitato, chiaro nei simbolismi, commovente. La conferma di un nuovo autore e dell’alto valore segnaletico di Orizzonti, quale vetrina del nuovo.

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