“Two mothers”. Quando la sessualità è una bomba Recensione. Trailer

ROMA – Lil e Roz sono grandi amiche, inseparabili fin dalla fanciullezza. Da grandi, nonostante entrambe siano mogli e madri, continuano a mantenere un rapporto saldissimo, tanto da destare in qualcuno il sospetto di un’ attrazione reciproca che vada oltre l’amicizia.

Il marito di Lil è morto, quello di Roz è ormai assente. Si crea un quadretto familiare del tutto particolare che coinvolge le due amiche ed i rispettivi bellissimi figli. La situazione si complica quando ciascuna inizia una relazione sessuale e sentimentale con il figlio dell’altra…

La lettura di pagina 52 del romanzo Fahrenheit 451 mi aveva causato l’ultimo “shock artistico” degno di nota (valido motivo per consigliarvi in inciso la lettura del classico di Ray Bradbury). L’esordio della relazione sessuale fra Roz ed il figlio di Lil ha potenzialmente lo stesso effetto destabilizzante. Rompe un equilibrio tanto semplice da imporsi come necessario.  Due vecchie amiche, l’ una sposata e l’altra in cerca di un compagno, vivono in armonia con due splendidi ragazzi pronti per le prime vere avventure amorose con le coetanee. Il legame fra Roz e il giovane Ian è fuori da ogni logica, va contro il buon senso. Ha la forza insolente e dirompente di distruggere un meccanismo omeostatico basato sul quieto vivere. Uscendo fuori dall’ordinario porta a riflettere su tabù sessuali e pregiudizi culturali che, volente o nolente, agiscono spesso al di fuori della consapevolezza.  Rivoluzionario è il fatto che, a discapito del senso comune, pare tutto possa funzionare senza il prevedibile dramma. Le relazioni incrociate proposte dal film possono generare nello spettatore le reazioni disparate: le si può giudicare patetiche, inopportune, se ne può ridere, le si può considerare un grido di libertà che spezza gli stereotipi. Certamente non lasceranno indifferenti. “Two mothers” non ha un intento comico e non racconta semplicemente le avventure trash di due “milf”, come può essere rassicurante pensare. Tuttavia, per l’ approccio “intimista” che  adotta e per il registro minimalista che sceglie coerentemente di adoperare, si regge inevitabilmente su di un equilibrio precario. La prima parte funziona. Vive del contrasto ben dosato fra un’ambientazione solare da paradiso terrestre e l’oscurità del mondo interiore dei personaggi. Un’emotività intensa ma trattenuta filtra a gocce nei loro sguardi e in dialoghi che non vanno mai oltre l’essenziale. Si intuisce che c’è un potenziale nascosto pronto a venire allo scoperto. Il contatto intimo fra Roz e Lil è la scintilla che accende una miccia corta. La bomba deflagra. E poi? Poi era davvero difficile. Il sentiero che poteva percorrere il film era molto stretto. L’opera si smarrisce un po’ disperdendo la carica emotiva in rivoli collaterali di modesto interesse. “Two mothers” può dunque apparire debole, docile, riecheggiando per analogia visiva una sorta di “Un mercoledì da leoni” senza la forza propulsiva delle onde. Può essere bersaglio di facili quanto legittimi attacchi. Noi preferiamo fermarci prima, alla sensazioni soffuse della prima parte… ed alla scossa emotiva che è stato in grado di regalarci.

 

REGIA: Anne Fontaine

ATTORI: Naomi Watts, Robin Wright, Xavier Samuel, James Frecheville

 SCEGGIATURA: Christopher Hamton, Anne Fontaine

FOTOGRAFIA: Christophe Beaucarne

 PRODUZIONE: Francia, Australia

GENERE: Sentimentale

 DURATA: 97 minuti

USCITA NELLA SALE: 17 ottobre

 

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