Teatro Quirino. “Parole incatenate”, l’oscuro che è in noi. Recensione

ROMA – È  la video confessione di un serial killer ad aprire la scena. Sullo schermo di un cinema abbandonato viene proiettata l’immagine di un giovane uomo, affannato e dallo sguardo perso, che racconta di aver appena strangolato una vecchietta. “Nessun rimorso, tranne quello di non averle toccato il culo”, confida l’individuo, guardando dritto la telecamera.

E a questo delitto ne seguiranno altri 18, quasi uno al mese, nel rispetto di un piano diabolico che dovrebbe avere fine con l’omicidio dell’ex moglie, Laura. Due anni di matrimonio finiti in un divorzio doloroso, con bugie e sotterfugi ai danni di Roberto, un funzionario del ministero dell’Agricoltura, che viene dipinto dalla moglie come un depravato e un violento. Un’onta che Roberto non riesce a sopportare: un risentimento covato per anni, che si trasforma nell’ossessione della vendetta.

 

 Un’ora e mezza di suspense, scandita dal gioco di società “parole incatenate”, che si pratica legando tra loro le sillabe finali dei nomi. Sbagliare potrebbe essere fatale per la vittima. Una roulette russa per Laura, l’ex moglie di Roberto, bloccata su una polverosa sedia del cinema, la cui vita è appesa alla flebile speranza di vincere al gioco, che incatenando parole in libertà, permette di ricostruire, freudianamente, significati nascosti. Eccellenti le ricostruzioni scenografiche, che trasportano lo spettatore nella desolazione di un cinema in disuso, a metà tra lo studio cinematografico e un laboratorio chirurgico.

 

Incredibile è Francesco Montanari nei panni del serial killer misogino, che incanta lo spettatore con repentini colpi di scena e cambi di umore improvvisi. Non è da meno Claudia Pandolfi, che interpreta l’ex moglie Laura, a sua insaputa, la vittima designata. Un thriller, opera del drammaturgo spagnolo Jodi Galceran, riadattato da Pino Tierno e messo in scena da Luciano Melchionna, reduce dal trionfale successo del suo pièce sperimentale “Dignità autonome di prostituzione”, sold out per tre anni di seguito. 

Consigliato agli appassionati del noir: un dramma perverso e maniacale che scandaglia il lato osceno dell’essere umano.

 

 

Teatro Quirino

Dal 26 dicembre all’8 gennaio

 

Claudia Pandolfi e Francesco Montanari

 

Parole incantenate

 

 

Un thriller di Jordi Galceran

Versione italiana di Pino Tierno

Scene Alessandro Chiti

Costumi Michela Marino

Disegno luci Camilla Piccioni

Musiche originali Stefano Fresi

Regia Luciano Melchionna

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