“Dylan Dog – il film” non incanta come il fumetto. La recensione

ROMA – “Può essere duro morire a New Orleans. Ma se muori e fai  ritorno chiami me. Dylan Dog.”

E’ così  che l’indagatore dell’incubo più famoso annuncia il suo ritorno. Un ritorno anticipato già allo scorso Festival del Cinema di Roma ad ottobre, dove erano stati proiettati 20 minuti del film e su cui si era creata una grande attesa. Esce oggi nelle sale italiane, in ben trecento copie e in anteprima mondiale,  “Dylan Dog – Il film” di Kevin Munroe, regista noto per aver diretto TMNT il lungometraggio  d’animazione sulle tartarughe ninja,  la pellicola ispirata all’ investigatore del paranormale creato dalla matita di Tiziano Sclavi nel 1986.

Brandon Routh (Superman Returns) interpreta un Dylan Dog molto lontano da quello che i fan italiani si aspettavano di ritrovare per la versione cinematografica del fumetto di Sclavi. Troppo muscoloso e con un viso che nulla a che vedere con quello dell’enigmatico Dylan che Sclavi ci aveva fatto conoscere, ma di cui Munroe ha detto, in conferenza stampa, “di averne voluto mantenere lo spirito”. “Dylan Dog non era molto famoso negli Stati Uniti, e per renderlo universale abbiamo dovuto sacrificare la sua profondità” ha spiegato il regista. Anche la sua città è stata però sacrificata. Il film è ambientato a New Orleans e non a Londra come nel fumetto, per motivi legati al budget ha spiegato ancora il regista. Infine si registra un’assenza che però viene egregiamente sostituita. Non c’è il fido Groucho, per motivi legati alla compravendita dei diritti,  accanto alle avventure dell’indagatore dell’incubo ma un giovane e brillante assistente di nome Marcus (Sam Huntigton).

Dopo la dopo la morte della sua fidanzata, Dylan aveva rassegnato le dimissioni dal mondo del paranormale ma l’omicidio commesso da un licantropo e soprattutto la morte del suo amico e collaboratore Marcus lo spingono a tornare ad investigare nei misteri dell’oscurità. Riprende quindi la sua giacca nera, la sua camicia rossa e la sua l’inseparabile valigetta per ricominciare la sua  attività al confine tra la vita e la morte, tra respiranti, zombie, licantropi  e cacciatori di mostri. New Orleans è piena di non morti, la città è divisa in due, tra Vampiri e Licantropi in lotta per conquistare l’umanità. L’investigatore dell’incubo è chiamato a giudice super partes per ripristinare l’equilibrio tra le due forze malvagie e per questo dovrà sfidare mostri orribili, vampiri che si drogano di sangue e licantropi assassini.

Il film si perde anche  in questa rappresentazione troppo fantasy, quasi splatter, molto adolescenziale del paranormale disegnato da Sclavi. Così per l’investigatore  dell’incubo, che si presentava con un biglietto da visita con scritto “Nessun battito, nessun problema”, non c’è nel pubblico, almeno per quello presente in conferenza stampa, nessuna emozione capace di suscitare almeno un battito per la versione cinematografica dell’antieroe nato dalla matita di Tiziano Sclavi, i cui fumetti sono secondi solo a Topolino per numero di vendite.

Dylan Dog – Il film
USA, 2010
Genere Horror, Azione
Regia Kevin Munroe
Soggetto Tiziano Sclavi
Sceneggiatura Thomas Dean Donnelly, Joshua Oppenheimer
Produttore Gilbert Adler, Scott Mitchell Rosenberg
Produttore esecutivo Kevin Munroe
Casa di produzione Hyde Park Films, Long Distance Films, Platinum Studios
Distribuzione (Italia) Moviemax
Fotografia Geoffrey Hall
Montaggio Paul Hirsch
Musiche Klaus Badelt
Scenografia Raymond Pumilia
Costumi Caroline Eselin
Con Brandon Routh, Sam Huntigton,  Anita Briem

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Trailer fornito da Filmtrailer.com

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