Cinema. Il piccolo grande Rooney ci ha lasciato

E’ l’attore, morto a 93 anni,  con la più longeva carriera artistica di sempre

 

MILANO – Passerà alla storia come l’artista con la più lunga carriera di ogni tempo. In 91 anni ha partecipato a ben 200 film, un record difficilmente eguagliabile. Mickey Rooney, una delle grandi stelle del cinema Usa degli anni ’30 e ’40, è morto domenica all’età di 93 anni. Il piccolo-grande attore, come veniva definito per la sua statura, aveva ottenuto i primi grandi successi con la saga cinematografica che lo vedeva nei panni di Andy Hardy e che iniziò nel 1937 con il film “Affari di famiglia” per proseguire tra serial e revival fino al 1958. Recitò con Elizabeth Taylor nel film premio Oscar “Gran Premio” del 1944 e con Audrey Hepburn in “Colazione da Tiffany”. Ha recitato in più di 200 film, è stato candidato agli Oscar per quattro volte ed ha vinto due Oscar alla carriera. Con otto matrimoni e una bancarotta nel 1962, Rooney è stato una voce costante delle colonne di gossip sui giornali statunitensi.

Nato a Brooklyn nel 1920, Rooney ha fatto il suo debutto nel mondo dello spettacolo all’età di 15 mesi negli spettacoli di vaudeville del padre, un immigrato scozzese di Glasgow, e la sua prima apparizione sul grande schermo a 5 anni. Tra il 1927 e il 1936 seguita ad interpretare ruoli da protagonista in film di buon successo, sempre nel ruolo di Mickey McGuire. Dalla seconda metà degli anni trenta e fino al 1958 interpreterà più volte il personaggio di Andy Hardy, un giovane ragazzo ribelle, in una serie di popolari lungometraggi della MGM, in alcuni dei quali recita a fianco dell’attrice Judy Garland, alla quale fu legato da fraterna amicizia.

Grazie al suo eclettico talento e al suo dinamismo di interprete, ottiene grande successo sul grande schermo anche in ruoli meno leggeri, come nei celebri drammi Capitani coraggiosi (1937) e La città dei ragazzi (1938), in entrambi i quali è co-protagonista con Spencer Tracy, mentre nel 1939 viene nominato per l’Oscar grazie al film Ragazzi attori (1939).

Nel 1943 fa da padrino a un’attrice che diventerà leggendaria, Elizabeth Taylor, in Gran Premio. Durante la seconda guerra mondiale è attivo alla radio, con spettacoli di intrattenimento destinati a tenere alto il morale delle truppe. Finita la guerra, la sua carriera cinematografica prosegue con altri film di successo, tra i quali il musical Parole e musica (1948). Dopo aver girato l’ultimo film della serie Andy Hardy, nella stagione 1954-1955 appare in una serie televisiva da protagonista principale, la sitcom Mickey Rooney Show, trasmessa dalla CBS, che ottiene un buon successo di pubblico. All’inizio degli anni sessanta, in un’epoca in cui Hollywood tende a non utilizzare attori orientali, interpreta lo scorbutico giapponese Yunioshi in Colazione da Tiffany (1961). Due anni più tardi ritrova Spencer Tracy nella commedia Questo pazzo pazzo pazzo pazzo mondo (1963). Da allora in poi intensifica l’attività teatrale, a discapito del cinema. Uniche eccezioni, il dramma pugilistico Una faccia piena di pugni (1962) e l’avventuroso Black Stallion (1979). Sempre negli anni settanta svolge attività di doppiatore, dando la voce a Babbo Natale in tre distinti special natalizi televisivi. Negli anni ottanta Rooney compare come guest-star in diverse serie televisive: One of the Boys (1982), Love Boat (1983), Cuori senza età (The Golden Girls) (1988), La signora in giallo (1993) e in Le avventure di Black Stallion (1990-1993), tratto dall’omonimo film da lui interpretato una decina di anni prima. A cavallo degli ultimi anni del millennio è attivissimo sia al cinema, che in televisione e in teatro: recita con Ann Miller a Broadway in The wonderful Wizard of Oz; nel 1974 appare in C’era una volta Hollywood, documentario sugli anni d’oro della Metro Goldwyn Mayer, mentre nel 1995 doppia se stesso, in una comparsa da guest star, nell’episodio L’Uomo Radioattivo del cartone animato I Simpson. Dopo un intervento al cuore nel 2000, lavora nel film disneyano Il fantasma del megaplex. Nel 2003 recita in Paradise e nel 2005 appare in ben tre film, tra cui Strike the Tent. Nel 2006 interpreta il perfido guardiano notturno nel film Una notte al museo, mentre nel 2007 è in “Bamboo Shark”, la sua ultima apparizione sul grande schermo.

 

 

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