ROMA – La storia ha inizio il 17 gennaio del 1998, quando uscendo da un pub, Chiara Marino e Fabio Tollis salutano gli amici e scompaiono nel nulla. I loro corpi verranno ritrovati, sepolti assieme nella stessa buca, nei boschi di Somma Lombardo il 28 maggio 2004. Vittime della loro stessa setta, il Tollis venne ucciso perchè incapace di assistere all’ omicidio della Marino desiderosa di abbandonare “Le Bestie di Satana”. Con la sparizione di un’ altra adepta della setta, Mariangela Pezzotta, venne a galla la verità sulla fine dei due giovani.
Da qui prende il via la storia di Emanuele Cerman, regista, autore e atore de “In nomine Satan”.
Con la ricostruizione dell’ omicidio, con un chiaro sfondo rituale, della giovane Angela de Rosa, e l’ arresto di una coppia, distrutta dall’ abuso di alcool e droghe, gli inquirenti si trovano a dover affrontare qualcosa di più di un litigio tra ex finito in tragedia. Si trovano faccia a faccia con una setta che uccide e spinge al suicidio in nome di Satana. Due genitori, che si spingono sino a rischiare la loro stessa vita, indagano ed aiutano gli investigatori a scoprire la realtà celata dietro un gruppo di ragazzi sbandati dagli stupefacenti.
Tra onirico, ricordo e reale si muove la narrazione, lasciando un retrogusto amaro. Forte è la critica che viene mossa alla società, tutta. I giovani si riuniscono in questa setta, più che per venerare Satana, figura che viene a trovarsi in secondo piano, per consumare droghe, vivere una sessualità priva di tabù e sentirsi uniti. Perchè il satanismo, come ogni altro culto, aggrega e dà ai suoi adepti un senso di appartenenza.
Cerman, nel ricostuire la narrazione e il modus operandi dei satanisti, è stato affiancato dall’ avvocato Paolo Franceschetti, da anni difensore di Paolo Leoni e Nicola Sapone, condannati entrambi come capi carismatici de “Le bestie di Satana”. In alcuni punti le riprese si fanno lente, soprattutto quando il regista insiste a focalizzare l’ attenzione dello spettatore sull’ uso di droghe ed alcool nei festini iniziatici. La colonna sonara metal, però, risuona come riscatto di un genere musicale, troppo spesso demonizzato, circondato da un alone di pregiudizio. Chi ascolta metal non è di conseguenza un satanista. Un film, a tratti, particolare.
CAST ARTISTICO
Stefano Calvagna: Roberto Pozzo
Mattia Mor: Zeno Maselli
Federico Palmieri: Antonio Lepre
Tiziano Mariani: Matteo Corione
Francesca Viscardi: Silvana Marino
Fabrizio Raggi: Ermanno Lolli
Virginia Gherardini: Sara Marino
Maria Tona: moglie di Roberto Pozzo
Manuela Torres: Angela de Rosa
Fabio Farronato: padre Angela de Rosa
Giulia Morgani: Elena Maggiorna
Fabiano Lioi: Diavolo.
Produzione di Emanuele Cerquiglini per Timelne srl.
Produzione esecutiva di Poket Entertaiment.