ROMA – Sorelle d’Italia è il racconto di un viaggio nell’universo femminile lungo l’Italia di Berlusconi, fatto da Lorenzo Buccella e Viro Robbiani con la camera a mano.
Da Nord a Sud, dalla storica residenza del premier villa San Martino (Arcore) a villa Certosa, la reggia estiva affacciata sul mare della Sardegna. 101 donne, incontrate casualmente per strada nei centri storici di varie città raccontano chi è per loro Silvio Berlusconi. Un modo per attraversare l’immaginario di un paese dominato dalla presenza ingombrante del suo uomo più in vista. Nel bene o nel male, tra adorazioni di massa, critiche feroci, gaffe internazionali, scandali erotici, barzellette maschiliste, battaglie giudiziarie e un ampio ventaglio di proclami pubblicitari: nessuno più di lui è riuscito a unire e dividere la penisola in maniera così radicale.
Un juke-box di voci, raccolto senza alcun tipo di filtro né di pregiudiziale e innescato da una semplice domanda-passe-par-tout: Berlusconi? Ne è venuto fuori il ritratto dal basso e senza censure di un paese spaccato in due, diviso fra fazioni risolute nello screditarsi a vicenda. Ad accompagnare a livello musicale il tutto, le libere reinterpretazioni dell’inno italiano, fatte appositamente per il film, da parte di 3 musicisti: Sandro Schneebeli, Rino Scarcelli, Maurizio Forte.
Che poi in Italia il rapporto tra Berlusconi e il mondo femminile rimanga ancora oggi argomento sensibile e delicato, lo testimoniano gli eventi che hanno segnato le riprese nell’ultima tappa del documentario. Lorenzo Buccella e Vito Robbiani sono stati fermati dai carabinieri proprio mentre giravano alcune immagini su suolo pubblico ancora a chilometri di distanza da Villa Certosa. Non soltanto un semplice e legittimo controllo d’identità, ma qualcosa di più. Dopo esser stati costretti a mostrare le immagini filmate, infatti, i due cineasti sono stati interrogati, portati al comando e trattenuti senza alcuna giustificazione per diverse ore. Un comportamento che Alexandre Curchod, l’avvocato di impressum (Federazione svizzera dei giornalisti) non ha esitato definire ingiustificato e addirittura illegale. Alla sua lettera di richiesta di scuse ufficiali, il comando dei carabinieri di Porto Rotondo non ha mai dato risposta.
Sorelle d’Italia è presente su Facebook, YouTube e Vimeo, dove è possibile scaricare il trailer (anche su Trovacinema Repubblica, Kataweb, Film Tv, Cinemaitaliano).
Su Sorelle d’Italia è stato scritto, tra l’altro:
“Un documentario controcorrente racconta cosa pensano davvero del Cav. 101 “Sorelle d’Italia”. Serviva per catalogare le occhiate sdegnate e quelle adoranti, gli accenti che muovono dalla Brianza alla Sardegna (passando per Bologna e Napoli), i ragionamenti orecchiati e le originali alzate d’ingegno”.
(Mariarosa Mancuso, Il Foglio, prima pagina, 28 gennaio 2011)
“In un montaggio rapido, coerente con la grammatica dell’obiettività, ci viene mostrata un’opinione divisa. Berlusconi è un sant’uomo. Berlusconi è un puttaniere… “Sorelle d’Italia” lo racconta con atroce eleganza”
(Lidia Ravera, L’Unità, 20 gennaio 2011)
“Gli autori dimostrano l’intelligenza necessaria a mostrare il disagio di una buona metà della popolazione, mettendola a confronto con l’altra porzione di società”.
(Roy Menarini, Corriere della Sera / Bologna, 30 gennaio 2011)
“Il documentario sull’odio-amore delle donne per il Cavaliere. La mappatura che emerge da “Sorelle d’Italia” è complessa e offre uno spaccato sociologico interessante”.
(Eleonora Bianchini, Il Fatto Quotidiano, 5 febbraio 2011)
“Ci sono due svizzeri che il mondo c’invidia. Hanno fatto un documentario solo su di lui, facendo parlare le donne d’Italia”.
(Piero Chiambretti, Chiambretti Night, Canale 5, 5 febbraio)
“Dall’intuizione che la parola Berlusconi fa da reagente chimico immediato nell’acquario italiano, Lorenzo Buccella e Vito Robbiani sono partiti per un viaggio nel Belpaese. Giudizi sferzanti e parole benevole, il gentil sesso si divide sul premier offrendo anche un autoritratto muliebre della nazione”.
(Tommaso Ricci, TG2, edizione 20.30, 29 gennaio 2011)
“Dopo 79 minuti di interviste, è come una vertigine: Silvio Berlusconi non è più un uomo, ma una categoria dello spirito, un’entità che manda in risonanza emozioni, sei con Lui o sei contro di Lui, lo ami alla follia o lo detesti”.
(Claudia Arletti, Il Venerdì di Repubblica, 25 febbraio 2011)
Nyon. Sorelle d’Italia, documentario di Lorenzo Buccella e Vito Robbiani, approda in prima visione svizzera nella sezione “Compétition helvétique” del festival “Visions du réel” a Nyon.
Due le proiezioni in programma:
Nyon, lunedì 11 aprile 2011, ore 22.30, Capitole 1 Leone
Nyon, martedì 12 aprile 2011, ore 22.30, L’Usine à Gaz