ROMA – Al Silvano Toti Globe Theatre di Roma va in scena “Pene d’Amor Perdute” di William Shakespeare per la regia e adattamento di Alvaro Riccardi.
Una versione assai semplificata, per renderla adatta a un pubblico giovane, con un risultato, però, non all’altezza delle premesse; un testo infarcito di ammiccamenti e slang da teen-ager, con l’abuso dei termini: “sfigato”, “coglione”, “stronzo”, “vaffanculo” che non aggiungono nulla al divertimento, ma anzi, lo mortificano. Una performance che per accattivarsi il gradimento del pubblico, finisce per tediarlo con l’eccessiva volgarità, che poco si addice al Bardo e al suo teatro.
La commedia racconta di un giuramento fatto dal Re di Navarra e tre gentiluomini della corte di dedicarsi per tre anni esclusivamente allo studio: senza alcuna distrazione e compagnia femminile. Alle donne era stato proibito, persino, di alloggiare a palazzo e ingiunto di restare a un miglio di distanza dai tre nobili. Lo stesso editto era stato applicato dal re di Navarra alla sua contea, proibendo a chiunque di intrattenere rapporti con donne. Un’imprevista visita dell’affascinante principessa di Francia, accompagnata da 3 sue amiche, renderà molto arduo mantenere il giuramento e Cupido con i suoi dardi punterà dritto al cuore dei nobiluomini. I quattro spergiuri faranno di tutto per conquistare le donne: lettere, regali, travestimenti, con un effetto comico assicurato. Una satira nei confronti di quegli intellettuali che per brama di potere si astraggono dalle gioie terrene, con l’effetto di rendersi ridicoli alle prime avvisaglie di innamoramento.
Spiritoso il siparietto dotto del curato Don Nataniele e della maestra Olofernia, tra erudizione e goliardia. Nei panni dell’educatrice la brava attrice materana Mariangela Caruso, mentre in quelli del bracciante Fava, un divertentissimo Francesco Silella. Elegante e romantico l’intervallo musicale scandito da “Por una cabeza”: un magico tango ballato tra le intriganti nobildonne e gli intellettuali mascherati da zingari russi.
Uno spettacolo sperimentale, godibile ma con qualche pecca: scene apparentemente disconnesse, che appaiono più sketch che parte di una stessa commedia. Singole individualità che poco si armonizzano in un gruppo. Totalmente assente la scenografia, a danno della compattezza scenica. Da vedere comunque, per alcune gag riuscite e l’imperdibile tango nel suggestivo scenario di Villa Borghese.
Pene d’amore perdute
Regia e adattamento di Alvaro Piccardi
Prodotto da Politeama Srl
Interpreti
Rosalina Lara Balbo
Dumain Daniele Battimo
Maria Valentina Bernardini
Olofernia Mariangela Caruso
Re Ferdinando Ruggero Cecchi
Don Nataniele Michele Ferlito
Don Armado Stefano Flamia
Caterina Martina Giordano
Principessa Giulia Grandinetti
Crapotti Dino Lopardo
Giacometta Leidys Rojas Martinez
Boyet Fabrizio Milano
Longaville Paolo Emanuele Quaranta
Piattola Tommaso Setaro
Fava Francesco Silella
Musiche originali
Giovanni Piccardi
Coreografia
Giuditta Cambieri