ROMA – Ispirato a un romanzo di Lawrence Block. Fine anni ’90: nella cupa e piovosa New York l’investigatore privato senza licenza Matt Scudder è segnato da una cicatrice permanente.
A causa della sua debolezza per gli alcolici, ha risposto con imprudenza agli spari di alcuni rapinatori. Il conflitto a fuoco ha determinato la morte accidentale di una bambina. La vita offre sempre nuove occasioni. Matt ha deciso di smettere di bere e rimettersi in gioco. Il caso che gli si prospetta adesso appare particolarmente complicato e pericoloso. Un narcotrafficante lo ingaggia per far luce sull’ efferata uccisione della moglie, precedentemente rapita. Il pagamento del riscatto non ha sortito l’effetto sperato. Il movente economico non regge. Matt si trova a far luce su un crimine compiuto da due inquietanti serial killer psicopatici.
Il personaggio di Matt Scudder è la pietra angolare del film. Ha le movenze, il carisma, l’ intensità dei classici detective dei noir degli anni trenta e quaranta. I nomi di Sam Spade e Philip Marlowe non vengono tirati in ballo a caso. Gran parte del merito è certamente di Liam Neeson perfetto per il ruolo. I suoi occhi hanno la profondità di chi ha visto l’abisso ed è tornato indietro, con una energia diversa, meno luminescente e più duratura. Il pensiero va alla vita privata di Neeson, di cui si trova traccia nella silenziosa sofferenza del suo personaggio. Matt è solitario ma non si è ripiegato totalmente su se stesso. Sa aiutare e sa farsi aiutare in un mondo segnato da violenza droga e perversione nel quale ogni ideale di purezza é una irrealizzabile utopia. La redenzione é un percorso da costruire ogni giorno La fotografia di Mihai Malaimare Jr dipinge una New York acquosa e tetra che fa rima con gli stati d’animo del protagonista. Lo sviluppo narrativo, sostanzialmente classico, é costellato di scene ad effetto che ravvivano la tensione ed acuiscono la drammaticità della storia. Impossibile non provare orrore nel momento del ritrovamento del corpo della moglie del narcotrafficante. Il suicidio del custode del cimitero spezza il fiato. Complessivamente “La preda perfetta” é un buon film “di genere”, con tutti i vantaggi e i limiti che questo comporta. Funziona bene nel suo territorio. Fallisce quando cerca di oltrepassare lo steccato proponendo assonanze stridenti fra il passato di Matt, l’azione presente ed i dodici passi della alcolisti anonimi. La lezione “morale” del film è vaga e poco coerente. I contenuti potevano essere sviluppati con maggior accuratezza. Quel che resta è un buon thriller.
REGIA: Scott Frank
ATTORI: Liam Neeson, Dan Stevens, David Harbour, Boyd Holbrook, Adam David Thompson
SCEGGIATURA: Scott Frank
FOTOGRAFIA: Mihai Malaimare Jr.
PRODUZIONE: USA
GENERE: Thriller
DURATA: 114 minuti
USCITA NELLA SALE: 18 settembre