Teatro Sala Umberto. “Da Balla a Dalla”: poetico ricordo di un caro “amico condiviso”. Recensione

ROMA – Più che unimitazione, un omaggio: uno spettacolo divertente, ma anche intenso e dai toni intimi, personali. Perché il legame tra Dario Ballantini e Lucio Dalla non è soltanto quello tradizionale che si crea tra un imitatore e uno dei suoi personaggi. È qualcosa in più: la passione di un fan che nasce dallascolto dei dischi ai tempi del liceo, e che finisce per diventare unamicizia.

Da Balla a Dalla, in scena dal 20 al 25 gennaio alla Sala Umberto, ricostruisce un poquesto percorso, fatto di musica, ricordi e riflessioni. È prima di tutto un racconto autobiografico, dove Ballantini ripercorre la carriera del grande cantautore italiano attraverso la sua esperienza personale. Lui, che è anche pittore, parte proprio da quei disegni che faceva sui diari di scuola, in cui Dalla era il protagonista assoluto. Poi passa ai dischi, che ascoltava con passione mentre molti dei suoi coetanei preferivano cantautori più impegnati, alla Guccini. Racconta di come, muovendo i primi passi da imitatore, aveva fatto di Dalla uno dei suoi cavalli di battaglia, e del modo in cui, alla fine, era riuscito a incontrarlo e a farsi notare da lui. Fino al coronamento di un sogno, quando alla Triennale Bovisa di Milano, durante la mostra di Dario, Lucio cantò per unora mentre lui dipingeva.

Nello spettacolo, anche tanta musica: ogni frammento, ogni ricordo, è intervallato da brani del cantautore, eseguiti da un Ballantini che sfodera una voce straordinariamente simile alloriginale. A supportarlo, un gruppo di musicisti di grande livello, che sotto la direzione del maestro Stefano Cenci ricrea con grande efficacia le suggestive atmosfere sonore dei brani di Dalla. I pezzi scelti sono tra quelli forse meno noti al grande pubblico, ma in grado di fornire esempi fortissimi della profondità poetica di cui questo grande musicista era capace.

Durante i due tempi della rappresentazione, vediamo Dario che si trasforma anche fisicamente in Lucio, attraverso un suggestivo camerino a vista, in un angolo del palcoscenico. Si trucca e si strucca, entra nel personaggio e ne esce immediatamente dopo, per creare un dialogo anche visivo tra il ricordo personale e limitazione. Leffetto funziona, grazie anche alla regia di Massimo Licinio che dà modo a Ballantini di portare sul palco una grande varietà di tonalità espressive. Del resto, è stato lo stesso Licinio a chiedere al comico toscano di mettere in scena questa sua personalissima storia.

E lui, noto a molti per imitazioni irriverenti come quelle di Valentino o di Gianni Morandi, stavolta si dimostra capace di far ridere non senza un pizzico di malinconia e dolcezza: un pocome un fan che ascolta un vecchio disco di uno dei suoi cantanti preferiti. Ecco perché la storia di Ballantini, che da ragazzo disegnava Dalla sul diario e che a casa non metteva mai Disperato erotico stompper via delle parolacce, ci parla di un mondo che ciascuno di noi un poconosce. E quando Dario, sul palco, ricorda di come un disco allepoca ci bastasse fino alluscita del successivo, viene da pensare che qualcosina, strada facendo, si sia perso. È facile, allora, lasciarsi andare un attimo, e mentre Ballantini si trasforma sul palco nellamico Lucio, immaginare per un secondo che il trucco non ci sia. 

Leonardo Rafanelli

Da Balla a Dalla – Storia di unimitazione vissuta

Progetto e Regia di Massimo Licinio

Scritto e cantato da Dario Ballantini

Arrangiamenti & Direzione Musicale del Maestro Stefano Cenci

DAL 20 al 25 GENNAIO 2015

Al Teatro Sala Umberto – Via della Mercede, 50 Roma  – 06. 6794753

Orario: dal martedì al venerdì ore 21.00; sabato ore 17.00 e 21.00; domenica ore 17.00

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