Teatro Testaccio. “ Sofà… ma non si dice! “ di Salvatore Sciré. 24 febbraio- 9 marzo

ROMA – Dal 24 febbraio al 9 marzo a Roma va in scena al Teatro Testaccio “Sofà ma non si dice”,  divertente commedia  scritta e diretta da Salvatore Scirè, un autore prolifico e affermato.

  Nella piéce Sciré sviscera un tema a lui caro, che molto interessa il grande pubblico. Quello del mondo variegato, singolare e universale insieme, della coppia. Questa volta, lo sguardo di Salvatore Sciré   ci illumina in modo del tutto nuovo: puntando l’obiettivo  su una dimensione originale,  usando un’ironia che si allarga alla satira sociale e di costume, con protagonisti dediti alla cosiddetta coppia “aperta, anzi… apertissima”.  

La  vicenda, attuale, graffiante e a volte spietata, rispecchia  situazioni della vita che hanno ispirato l’Autore, sulle quali Salvatore Sciré ha riflettuto, elaborandole in modo personale, donandoci un proprio messaggio, particolare e unico. Vedremo amanti  (ufficiali o presunti), cameriere procaci e “sveglie”, ma  anche,  l’ingombrante presenza di una  “suocera”, ovvero  la  molto scomoda madre di  “lui”, donna all’antica,  dai rigidi principi morali. Personaggi che rappresentano due mondi in rotta di collisione, due culture, due filosofie antitetiche, come nella realtà accade.  La comicità di questi scontri è in crescendo nello svolgersi della commedia, situazioni paradossali movimentano la storia, illuminandola, sino a giungere ad un finale che sorprende e lascia, dulcis in fundo, quel quid in più che ogni buona creazione artistica regala.

Il cast  – di ottimo livelloè composto dalla bravissima epungente Gabriella Di Luzio (insuperabile nel ruolo di Eulalia, la madre “retrò”), dall’elegante ed efficace Fabrizio Ughi (che in modo egregiointerpreta Giulio, il figlio nonchè “marito molto aperto”), dalla impeccabile Federica Colucci (perfetta e duttile nel ruolo di Martina, la nuova affascinante cameriera), da una convincentee decisa Barbara Nocco (a suo agio nei panni di Laura, l’amante ufficiale di Giulio) e da una disinvolta Maria Luce Pittalis, (sicura e gradevole nella parte di Flavia, la “moglie molto aperta”). 

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