Teatro Quirino. “La scuola delle mogli”, esilarante. Recensione

ROMA – È “La Scuola delle mogli in chiave mediterranea”, quella portata in scena da Guglielmo Ferro al Teatro Quirino di Roma, interpretata dal maestro Enrico Guarneri, in siciliano classico. Al centro del dibattito, nella commedia di Molière, la scelta di una moglie fedele e devota, a scanso di “corna”. 

In una Catania risorgimentale, culturalmente e commercialmente fiorente, sono sempre più le donne colte e raffinate, più adatte a fare conversazione, che a sposarsi, secondo l’opinione del protagonista, Arnolfo, un nobile di mezza età ancora scapolo e dalla visione retrograda.  Per il rampollo catanese, infatti, “ è più cauto sposare una donna ingenua, che una colta più avvezza ai piaceri della carne e non solo a quelli dello spirito”. Un assunto che lo spinse a farsi affidare una giovane, sin dalla tenera età, per crescerla, reclusa in convento, al riparo dalle tentazioni mondane e sposarla poi, al compimento della maggiore età. Un sistema, su convinzione di Arnolfo, che gli avrebbe evitato di finire tradito e deriso, come gli altri mariti di Catania.

Ma, non tutte le ciambelle riescono col buco … E sarà proprio un suo figlioccio, giunto in città per studiare medicina a mettere a soqquadro il suo piano perfetto. 

Una vis comica esilarante, quella di Guarneri, con uno sguardo indietro all’avanspettacolo e uno rivolto al cinema, con stilemi, che ricordano il trio siculo Aldo Giovanni e Giacomo: i loro tempi comici, e i qui pro qua, che tanto erano cari anche a Molière, seppur in ben più arcaico registro linguistico. 

Oltre all’incommensurabile Guarneri, brava, anche, l’esordiente Nadia De Luca, nelle vesti della tanto naif, quanto astuta, Agnese. Non sono da meno, Vincenzo Volo, interprete del fido Alano e Amalia Contarini, nel ruolo della domestica Giorgina: entrambi dotati di spirito pungente, sul palco si calano a perfezione nel ruolo demenziale. Elegante e appassionato, invece, il giovane Orazio, credibile come amante devoto. 

Unico neo della messa in scena, la performance di Mario Sapienza, alias Salvatore: una gaffe evidente nelle poche battute recitate. Altra nota dolente, l’acustica, che al centro della platea, soffriva il rimbombo del locale notturno antistante: un rumore di sottofondo che non ha però influenzato l’ottima performance degli attori, ma, soltanto la godibilità dello spettacolo. Comunque sia, un successo imperdibile, nella migliore tradizione di Guglielmo Ferro.

“La scuola delle mogli”, al Teatro Quirino dal 5 al 17 maggio

di Molière, per la regia di Guglielmo Ferro

Con:

Enrico Guarneri      Arnolfo

Nadia De Luca        Agnese

Orazio Rosario     Marco Amato

Alano                    Vincenzo Volo

Giorgina              Amalia Contarini

Notaio                  Ciccio Abela

Don Blasco          Pietro Barbaro

Salvatore             Mario Sapienza

Don Gesualdo     Gianni Fontanarosa

Scene                  Salvo Mangiagli

Costumi               Riccardo Cappello

Disegno luci         Andrea Chiavaro

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