“Lousiana”. L’America del disagio. Recensione. Trailer

BATON ROUGE – Cosa c’è oltre l’american dream, nei territori più desolati e sperduti degli Stati Uniti? Ce lo racconta Roberto Minervini, un giovane cineasta marchigiano, emigrato in Nord America per studiare cinema, diventato esperto di docu-fiction. Col suo ultimo film della trilogia texana – “Stop The Pounding Heart” – si è imposto nel panorama internazionale, vincendo sia il Premio Speciale della Giuria per il Miglior Documentario Internazionale al Torino Film Festival che il David di Donatello, nella stessa categoria, nel 2014. 

In “Lousiana” lo sguardo di Minervini si fa meno intimista e raffinato e scava, invece, con profondità e forza nelle periferie di quello Stato del Sud, povero e desolato. Più del 60% per cento della popolazione di quell’area non ha un lavoro né un reddito e si rifugia nelle metamfetamine, sia da spacciare che da consumare. Ed è questa la storia di Mark e Lisa, due diseredati e consumatori abituali di droga, che vivono in una roulotte, ai margini della società, lontano dalla Capitale, Baton Rouge e si arrangiano con lavoretti di fortuna, supportati dagli amici, ex veterani di guerra, abbandonati dai servizi sociali e dallo Stato. Un disagio crescente che viene analizzato da Minervini, il quale, insieme a una troupe, si cala nella loro realtà, rendendosi invisibile, allo scopo di non alterare l’oggettività della narrazione. Il risultato sono immagini crude, iperrealiste, a tratti fastidiose per il loro insistere sulle siringhe, le iniezioni di droga, il sesso sfrenato, gli effetti delle sostanze stupefacenti sul corpo umano: il “trip”, a volte “sereno”, a volte nervoso, che si rivela una sofferenza per il corpo, che trasuda liquidi e si contrae ritmicamente.

Nella seconda parte del lungometraggio, l’occhio di Minervini scava su una realtà proibita e sconosciuta ai più, quella delle milizie paramilitari. Un gruppo impenetrabile di ex militari, che ha ceduto alle richieste di Minervini, attratto dall’idea di dare risalto mediatico alla propria missione e alla loro condizione disagiata. Per loro, conta solo la famiglia, un bene assoluto da proteggere e salvaguardare con ogni mezzo, soprattutto con armi di ogni tipo, persino coi mitra, in una zona di confine, dove lo Stato è assente e Obama viene continuamente sbeffeggiato e considerato “un negro egoista” che pensa solo al proprio benessere, invece che a quello dell’intero Stato. Un’America oscura, che arranca e soffre, assai lontana dai riflettori di Hollywood e dal miraggio del recuperato benessere post 2009. 

Niente di più autentico e vero: un Paese sconosciuto ai più, svelato dalla maestria e dalla curiosità del geniale Minervini.

Lousiana (The Other Side), dal 28 maggio nei cinema

di Roberto Minervini

Con Mark Kelley, Lisa Allen e James Lee Miller

Scritto da Roberto Minervini e Denise Ping Lee

Louisiana – Trailer

 

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe